Il manager dei vip candidato alla carica di sindaco intervistato da Del Debbio. Nicola Adamo ed Enza Bruno Bossio in prima fila.
COSENZA – Sala gremita e pubblico caloroso per Lucio Presta. Il manager candidato alla carica di sindaco ha registrato il ‘sold out’ ieri a Cosenza. Un incontro pubblico decisamente partecipato che ha visto sfilare i big del PD calabrese e cosentino. In strada contemporaneamente il corteo di protesta in cui si chiede casa e lavoro. Circa settanta persone, partite dall’ex Istituto Canossiane, hanno bloccato via Montesanto per contestare la violenza con cui sono stati allontanati dalla Prefettura nei giorni scorsi mentre chiedevano dove fossero finiti i 155 milioni di euro dei fondi ex Gescal affidati alla Regione per gli alloggi popolari. Manifestano rivendicando i propri diritti, mentre a pochi metri la ‘Cosenza parallela’ aspetta i vip. In prima fila Nicola Adamo che è apparso al cinema Citrigno esattamente nello stesso istante in cui è arrivato Lucio Presta. Al suo fianco la moglie, la deputata Enza Bruno Bossio. A fargli compagnia tra i primi posti Franco Laratta, e alcuni degli ex consiglieri comunali firmatari delle dimissioni che fecero cadere la giunta Occhiuto: Marco Ambrogio, Maria Lucente e Luca Morrone.
La prima ‘uscita pubblica’ della campagna elettorale, cucita addosso al marito di Paola Perego, si apre con un commuovente video. Una clip di pochi minuti, molto simile ad una fiction, in cui lo show manager ha raccontato la sua infanzia cosentina. Un filmato centrato sul ‘velo bianco della fortuna’ nel quale la madre avvolse Presta dopo il parto prima di morire. “Se sono tornato è anche per lei” ha dichiarato al termine della proiezione con voce tremula per l’emozione. Il focus è sui primi undici anni di vita trascorsi in piazza Riforma, poi un breve accenno al suo trasferimento a Roma e una bella foto con la prole. Neanche una parola sul profilo professionale e la formazione scolastica. Due elementi che potrebbero essere utili per scegliere se affidare a lui o meno le redini della città. Ma ai cosentini il curriculum non importa, a Cosenza in tanti ancora votano ‘la persona’ e, spesso, ‘la promessa’.
Ed è proprio sulla sua immagine che Presta, il quale ha finora rifiutato incontri e domande dalla stampa locale, punta tutto senza farne mistero. “Oggi non bisogna solo essere una brava persona, – afferma di fronte alla platea – ma apparire una brava persona”. “Io sono cosentino, parlo cosentino, penso cosentino. Rivendico il mio diritto ad essere cosentino – ha detto aprendo l’incontro – e vado avanti per la mia strada”. Il presentatore di Quinta Colonna, il giornalista di Rete 4 noto per essere tra i fondatori di Forza Italia Paolo Del Debbio, è l’unico deputato a fare le domande. Inizia chiedendo ironicamente come sta l’avvocato Paolini. E Presta risponde. “Sta bene, – ridendo – è un po’ arrabbiato. Ho fatto venire dei mal di pancia qui in città e me ne duole. Non sentirete da me mai parole sgraziate rivolte ai miei rivali. Io sono un’altra cosa, vivo e penso in un’altra maniera. Dicono che a Cosenza non mi conosce nessuno. E’ un problema loro perché fuori da Cosenza invece mi conosce tutta Italia”.
In merito alle liste che appoggeranno Amo Cosenza e chi ha sostenuto e sosterrà la sua candidatura non lascia spazio a dubbi: “Non ho avuto nessuna pressione dall’alto. In tanti mi tirano dalla giacchetta, – confessa – io ho scelto il mio percorso. Le priorità sono i poveri, i disabili e i giovani. E’ arrivato il momento che chi ha di più restituisca qualcosa a chi ha bisogno. Ci sono troppi invisibili ancora a Cosenza. Non possiamo essere indifferenti di fronte a chi con 500 euro di pensione deve mantenere figli e nipoti. Anche perché quando non ci sono possibilità lavorative e di riscatto si rischia di cadere nel baratro della criminalità. Noi puntiamo alla legalità. Dalla strada agli appalti su cui intendo vigilare per mostrare a tutti come si spendono i soldi. Le regole le fa il codice penale”. Adamo, fresco di revoca del divieto di dimora per lo scandalo Rimborsopoli, applaude. Sua moglie glissa, è impegnata ad armeggiare con il telefonino.
Poi spara a zero sulla ‘vergogna’ di Cosenza: l’Ospedale Civile. “Ho portato in città Lorella Cuccarini – ricorda – con 30 Ore per la Vita. Abbiamo raccolto i fondi per un reparto di oncologia pediatrica. In un anno e mezzo non siamo riusciti a consegnarli. Adesso non potendoli destinare all’ospedale di Cosenza i soldi andranno ad altri progetti”. Il pubblico lo acclama. E il consenso è alto. “Lo voterò. Ne sono sicura – afferma una signora dagli spalti – mi sembra fresco. Nuovo. Se farà lo schifo degli altri se ne torna a Roma da dove è venuto. Per me è pulito”.
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