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Channel: Maria Teresa Improta, Autore presso quicosenza
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Tela del Ragno, ricostruita la dinamica degli omicidi che insanguinarono il Tirreno cosentino

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tela del ragnofoto

Ultime battute del lungo processo che ha portato alla sbarra boss e gregari delle cosche di Cosenza e provincia.

 

COSENZA – Una lunga scia di sangue e terrore ricostruita nel processo sui clan del Tirreno cosentino. Continua il processo Tela del Ragno volto a far luce su una serie di omicidi ed attività criminali coordinati grazie alla collaborazione con le cosche egemoni nella città di Cosenza. Il primo omicidio ‘eccellente’ dopo la morte di Ennio Serpa, e una tregua durata cinque anni, è quello di Marcello Calvano. Il leader della criminalità organizzata a San Lucido, viene assassinato nell’estate del 1999 aprendo una nuova stagione di piombo e vendette. A seguire le sue stesse sorti sarà, pochi mesi dopo Ciap Ciap al secolo Salvatore Imbroinise. Poi arriverà la morte prematura, sotto il fuoco nemico, di Pietro Serpa cui assassinio sarà ‘pagato’ con la vita di Luciano Martello anch’egli freddato a colpi di rivoltella. A seguire periranno in un lungo calvario verso la ‘pace’ Rolando Siciliano (fatto a pezzi con una motosega e gettato in mare), Antonio Maiorano (ucciso per errore a Paola al posto di Giuliano Serpa a causa della loro somiglianza fisica), Carmine Chianello e Antonello La Rosa.

 

Omicidi di cui il pm Facciola ha sviscerato presunte dinamiche e moventi. Un lavoro certosino svolto chiarendo alleanze con i ‘cosentini’ e rivalità. Per l’omicidio del boss di San Lucido il pubblico ministero ritiene responsabili Paolo Brillantino e Antonello La Rosa. I due inoltre erano soliti gestire insieme il bestiame che veniva fatto pascolare e accudito in località Linze dove fu trovato in avanzato stato di decomposizione il corpo di Carmine Chianello. Quella stessa sera venne annunciato l’omicidio successivo. Nella lista di sangue era stato iscritto Salvatore Imbroinise.”Il prossimo sei tu’’ gli dissero con una telefonata anonima. Solo contro tutti Salvatore Imbroinise chiedeva un suo spazio autonomo nelle consorterie criminali del Tirreno cosentino. In cambio ottenne un accanimento tale nei suoi confronti da portarlo alla morte. “Mi vogliono uccidere” disse alla sorella prima di andare al suo ultimo appuntamento. Sul luogo del delitto furono avvistati Luciano e Mario Martello insieme ad un terzo soggetto non identificato.

 

I delitti, si ricorda, vennero consumati in un clima di terrore che induce chi fornisce indizi agli inquirenti a ritrattare ogni dichiarazione ed essere condannato per falsa testimonianza senza battere ciglio. Anche il padre di Imbroinise che lo vide inerme perire sotto il fuoco dei proiettili pare abbia accettato 5mila euro per non fare i nomi delle persone che giustiziarono il figlio davanti ai suoi occhi. Nella vicenda furono implicati Giuseppe Lo Piano e Luciano Martello cui responsabilità devono ancora essere accertate. Appreso del decesso di Giovanni Imbroinise avvenuto in Lombardia a causa di una malattia Luciano Martello e Gianluca Serpa vengono intercettati mentre organizzano di festeggiare l’evento con champagne e pasticcini.

 

Nel corso dell’udienza di stamane Facciola ha ribadito l’attendibilità dei due collaboratori di giustizia Umile e Giuliano Serpa. In più il pm ha fatto notare come le cosche utilizzino lo stesso arsenale. Le armi infatti pare vengano conservate in un unico luogo e poi prelevate al bisogno anche se gli uomini di ‘spicco’ dei clan, soprattutto in quel periodo, sono soliti viaggiare armati. Nel processo che si sta celebrando presso la Corte d’Assise di Cosenza dinanzi al collegio giudicante presieduto dal giudice Garofalo risultano imputati: Giuseppe Lo Piano, Mario Martello, Mario Matera, Mario Mazza, Umile Miceli, Fabrizio Poddighe, Gennaro Ditto, Tommaso Gentile, Giancarlo Gravina, Giacomino Guido, Giovanni Abruzzese, Paolo Brillantino, Luca Bruni (posizione stralciata per intervenuto decesso), Giuliano Serpa, Livio Serpa, Nella Serpa, Ulisse Serpa, Franco Tundis, Valerio Crivello e Vincenzo Dedato. Il dibattimento è stato aggiornato a domani per l’analisi degli omicidi di Pietro Serpa, Luciano Martello e Rolando Siciliano al termine della quale il pm dovrebbe pronunciare le richieste di condanna degli imputati.

Con il rito abbreviato sono invece stati condannati:

 

Pasqualino Besaldo 10 anni e 4 mesi di reclusione

Michele Bloise 6 anni e 8 mesi di reclusione

Sergio Carbone 10 anni e 4 mesi di reclusione

Romolo Cascando 5 anni e 2 mesi di reclusione

Domenico Cicero 10 anni di reclusione

Antonella D’Angelo 5 anni di reclusione

Ettore Lanzino 10 anni di reclusione

Carlo La manna 7 anni e 9 mesi di reclusione

Domenico La Rosa 10 anni e 4 mesi di reclusione

Giuseppe La Rosa 6 anni e 8 mesi di reclusione

Vincenzo La Rosa 10 anni di reclusione

Pietro Lofaro 6 anni e 2 mesi di reclusione

Pier Mannarino 6 anni e 2 mesi di reclusione

Sonia Mannarino 3 anni e 4 mesi di reclusione

Alessandro Pagano 6 anni e 4 mesi di reclusione

Fabrizio Ramentta 4 anni e 8 mesi di reclusione

Mario Scofano 10 anni e 4 mesi di reclusione

Gianluca Serpa 5 anni di reclusione

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