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Channel: Maria Teresa Improta, Autore presso quicosenza
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Depuratori sul Tirreno cosentino, la Procura: “Diversi indagati, ma la situazione è sotto controllo”

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Continuano i controlli sul corretto funzionamento del sistema di depurazione e sugli illeciti sversamenti in mare. 

 

PAOLA (CS) – Mare sporco e depurazione. Un sistema delicato che sul Tirreno cosentino da anni manifesta tutte le conseguenze della cattiva gestione degli impianti. Una realtà che ha comportato la fuga in massa di turisti e buona parte del crollo dell’economia locale. La responsabilità della contaminazione delle acque è da ricercare su diversi fronti. Da un lato i residenti che non hanno collettato gli scarichi fognari della propria abitazione alla rete collegata ai depuratori. Dall’altro ristoratori, albergatori e titolari di lidi che per risparmiare sversano tutto in mare. Al centro gli amministratori pubblici che ignorano (e a volte assecondano) il malfunzionamento dei depuratori, fenomeno diffuso sull’intera costa a parte poche rare eccezioni. A tranquillizzare cittadini e bagnanti sulla situazione attuale dell’inquinamento del Tirreno cosentino, dovuto alla mancata depurazione dei liquami che finiscono tra le onde, è la Procura di Paola. “Le indagini sono sempre aperte. Abbiamo un fascicolo madre permanente – spiega il procuratore capo Bruno Giordano – eseguiamo controlli continui in modo da tutelare residenti, bagnanti e la salute pubblica attraverso il monitoraggio costante sul funzionamento dei depuratori.

 

Abbiamo sul territorio dei problemi che si ripetono negli anni, non c’è ombra di dubbio. Il primo riguarda la carenza di personale con cui svolgere le attività di vigilanza. La capitaneria di porto è da dire che svolge il proprio lavoro con dedizione aiutandoci nei controlli, ma non basta. Poi ci sono criticità legate agli impianti che spesso sono vecchi e vetusti. In più esiste un’altra difficoltà: i costi della depurazione legale sono notevoli perché le ditte in cui dovrebbe avvenire lo smaltimento dei fanghi esausti, sono sempre più lontane e ciò fa lievitare le spese a carico dei Comuni o delle ditte che assumono la gestione  del servizio. Un esempio. A Praia a Mare la ditta che effettuava lo svuotamento dei pozzi neri invece di smaltire i liquami a norma di legge, li svuotava direttamente in mare e nei torrenti. Il titolare (Romeo Ielpo ndr) è stato denunciato dopo che abbiamo accertato lo sversamento illecito di 171mila litri di materiale potenzialmente contaminante. Eppure apparentemente era tutto a norma perché questo imprenditore attestava di aver smaltito i liquami regolarmente con certificati falsi o inesatti. Ci sono diverse persone indagate per questo tipo di reato. A Falconara Albanese – continua il procuratore Bruno Giordano – abbiamo denunciato anche dei funzionari pubblici.

 

In questo caso i tecnici del Comune avevano attestato la sostituzione di un macchinario per la depurazione finanziato dalla Regione, ma in realtà non era ancora stato montato. Si trovava imballato e abbandonato, mentre si continuava a lavorare con il vecchio impianto senza depurare nulla e facendo finire tutto in mare senza alcun filtraggio. Come sarà il mare quest’anno? Non lo so, non ho una sfera di cristallo. La situazione in questo momento sembrerebbe sotto controllo. C’è stato un intervento regionale importante lo scorso anno con migliaia di euro stanziate per ammodernare sistemi fognari e di depurazione. Alcuni Comuni non hanno ancora utilizzato questi finanziamenti, altri sì”. Intanto a Paola si continua ad indagare anche sulla potabilità dell’acqua che sgorga dai rubinetti in cui erano stati rilevati batteri fecali (coliformi ed escherichia coli). Nell’inchiesta pare rientri oltre a Sorical anche la dirigenza della Lao Pools, società che si occupa della distribuzione delle acque agli utenti del paolano, che non ha inteso ricercare l’origine del problema, ma ha scelto di disinfettare le acque aumentando in maniera esponenziale la percentuale di cloro.

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