
Giancarlo Conticchio si definisce un ‘poliziotto di strada’ che lavora per tutelare i cittadini: “Cosenza è di tutti e deve essere goduta da tutti”.
COSENZA – Il bilancio dei primi cento giorni di attività a Cosenza del nuovo Questore Giancarlo Conticchio. Insediatosi negli uffici di via Palatucci lo scorso 26 aprile lavora per la Polizia di Stato dal 1988. Cinquantacinquenne laureato in giurisprudenza, specializzato in criminologia clinica e psichiatrica Forense intende approcciarsi ai cosentini con lo spirito e l’apprensione di un buon padre di famiglia. Nel corso della sua carriera ha ricoperto ruoli diversi in numerose città: Bologna (occupandosi dell’ordine pubblico durante i mondiali Italia ’90), Taranto, Matera, Torino, Gorizia, La Spezia, Vibo Valentia (dove è stato direttore della Scuola di Polizia), Campobasso, Agrigento (in cui è stato impegnato nella gestione degli sbarchi a Lampedusa), Reggio Calabria e a Roma al dipartimento della Pubblica Sicurezza presso il ministero dell’Interno.
“Sono un poliziotto di strada. Un servitore dello Stato che lavora per garantire la sicurezza dei cittadini, dare serenità alle persone e fiducia nelle istituzioni. Il bilancio dei miei primi tre mesi a Cosenza – spiega il Questore Giancarlo Conticchio – è abbastanza positivo. Ho trovato una città che risponde alla richiesta di legalità. Ho trovato una Questura e un intero corpo di polizia efficiente. Cosenza è una città identica alle altre città del Sud. Il problema principale della città e dell’intera provincia è la disoccupazione. Ciò che più preoccupa infatti è l’alto tasso di inoccupati che rischia di indurre le persone a delinquere. Noi possiamo segnalare il dato e ricordare che la disoccupazione aumenta il tasso di criminalità di una città, ma a dare soluzioni ed intervenire deve essere la politica. Dal punto di vista dell’illegalità sono aperti diversi fronti sulla criminalità cosentina e non solo. Credo nel sistema di prevenzione è quello l’obiettivo delle forze di polizia.
I REATI PREDATORI
Ogni reato che si consuma è una sconfitta dello Stato. Un esempio. Nel momento viene commesso uno scippo, vuol dire che la macchina della prevenzione non ha funzionato. Significa che lo Stato non è riuscito a garantire la sicurezza dei cittadini. Io mi batto per assicurare ai cittadini la sicurezza e la tranquillità che ogni comunità pretende. Soprattutto per quanto riguarda la criminalità predatoria (furti, rapine, scippi), un fenomeno antipaticoche crea allarme sociale e che stiamo attenzionando con indagini dedicate e costante presenza sul territorio. Cosenza è di tutti e deve essere goduta da tutti. Ognuno deve avere il diritto di far rientrare a casa i propri figli a tarda ora senza che gli accada nulla o di parcheggiare l’auto senza che venga rubata. Alla gente dà fastidio subire il furto dell’autovettura, se ne registrano molti a Cosenza, ma poi preferisce non denunciare e pagare il cavallo di ritorno.
Ci chiamano a volte quando hanno ritrovato l’auto senza denunciare di essere stati estorti. Però sarebbe auspicabile avere uno scatto d’orgoglio e per migliorare questa bella terra di Calabria segnalare questi episodi. Ovviamente se un cittadino durante una rapina si gira dall’altro lato, non guarda quello che succede e se lo vede si rifiuta di fornire anche il colore dell’auto con cui sono scappati possiamo fare poco. L’invito è quello di collaborare. Il nostro impegno è notevole, in questo periodo infatti per scongiurare furti in appartamento abbiamo predisposto un piano Estate Sicura che prevede unitamente alle pattuglie dei carabinieri e della Guardia di finanza un sistema di controllo del territorio più capillare. Anche in questo caso risulta essenziale, come sempre, la collaborazione dei cittadini nel segnalare la presenza di persone sospette in modo da intervenire rapidamente ed evitare che il furto venga posto in essere.
MIGRANTI ED EMERGENZA SBARCHI
In questi miei primi cento giorni di attività a Cosenza – afferma Giancarlo Conticchio – l’operazione più difficile è stata quella di gestire gli sbarchi di migranti a Corigliano. Uno dei quali ha interessato circa mille persone. In questi casi la Questura opera in prima linea insieme alle altre forze di polizia sotto il coordinamento della Prefettura di Cosenza. Grazie all’eccelso lavoro del prefetto Gianfranco Tomao siamo riusciti a garantire uno sbarco tranquillo nonostante i migranti fossero a bordo di una nave militare tedesca e quindi con delle implicazioni burocratiche abbastanza complicate da disbrigare. Il problema maggiore è stato la gestione dei 200 minori non accompagnati approdati a Corigliano che dovevano essere accolti dignitosamente come avremmo fatto se fossero stati nostri figli. Quelli dello sbarco precedente, con oltre 600 persone, erano già ospitati nel palazzetto dello Sport quindi si è optato per sistemarli nell’Hotel Sibarys (struttura turistica sotto sequestro) tentando di non farli reclutare dal mercato della criminalità e della tratta umana fatta di delinquenza, violenza, prostituzione, elemosina. La macchina dell’emergenza sbarchi a Cosenza funziona in maniera eccellente e per questo ringrazio non solo l’Arma dei Carabinieri, la Guardia di Finanza, la Capitaneria di Porto, ma anche la Croce Rossa, i volontari e la Protezione Civile”.
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