Per la sua prima ‘uscita istituzionale’ Carlo Sibilia ha scelto Cosenza dove ha incontrato il prefetto Paola Galeone ribadendo il “No all’hotspot per migranti a Corigliano, non ce n’è bisogno”
COSENZA – Visita istituzionale in Calabria oggi per il sottosegretario all’Interno, Carlo Sibilia. Il tour è iniziato stamattina alle 11.30 con l’incontro del prefetto di Cosenza Paola Galeone e le forze di polizia sul territorio. “Sono stato nominato il 13 giugno scorso – ha spiegato Sibilia al termine della riunione – e ho scelto per la mia prima visita istituzionale la Calabria. Una regione che vive una condizione sconcertante con il record di Comuni sciolti per mafia. L’obiettivo è che alla fine del mandato si possa scendere a zero. C’è infatti da decidere se si vuole lasciare la Calabria in mano alla criminalità organizzata o adoperarsi per farla diventare un’eccellenza. C’è tanto da lavorare per far capire che lo Stato c’è, solo con un cambio radicale di mentalità questo territorio può uscire dallo stato in cui si ritrova. Bisogna far sentire la presenza dello Stato. L’episodio di Zungri però ci mostra un segnale importante. Sono state la Chiesa e le associazioni di volontari ad opporsi affinché il presunto boss del paese non portasse in spalla la statua della Madonna. E i carabinieri sono prontamente intervenuti. Ciò significa che c’è una Calabria che ha voglia di riscatto. Stiamo puntando sulla sicurezza siamo riusciti ad aumentare il numero degli agenti di Polizia con 22 nuove unità, ma non vogliamo riempire la Calabria di poliziotti. Quello che serve è la cultura, ci servirebbe un piano Marshall in tal senso”.
Il sottosegretario all’Interno Sibilia prima di lasciare Cosenza alla volta di Limbadi, dove ha interloquito con i commissari Anna Aurora Colosimo e Domenico Fuoco del noto Comune che ha dato i natali al potente clan Mancuso e che si trova oggi ad essere sciolto per mafia, ha parlato di immigrazione. Confermando che non si farà l’hotspot per i migranti a Corigliano Calabro ha affermato che “l’accoglienza fino ad oggi è stata trattata come un business. Noi siamo riusciti a ridurre gli sbarchi dell’80%, il fabbisogno si è ridotto, non abbiamo chiuso i porti che restano aperti per chi ha veramente bisogno. Sulla questione Riace, dove il sindaco è ora in sciopero della fame, mi preme ricordare che ci sono dei dettagli che deve ancora chiarire la magistratura, mentre la sua protesta riguarda solo ed esclusivamente una questione di finanziamenti. Un problema di natura economica, ci sono progetti di accoglienza che non trovano copertura anche se l’esperienza di Riace è stato un modello per l’intero Paese. Non è un ricatto, ma vogliamo chiudere tutti gli Sprar. In passato sono state promesse cose che non si potevano realizzare e questo è il risultato. Con Salvini abbiamo un rapporto cordiale, ci unisce la tanta voglia di lavorare”. Il viaggio istituzionale del sottosegretario in Calabria si è concluso a Vibo Valentia con la visita al neoprefetto Giuseppe Gualtieri.
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