Ascoltati moglie e padre del cronista di Calabria Ora, due suoi colleghi e l’editore Piero Citrigno.
COSENZA – Nuova udienza per il processo che vede imputato l’ex editore di Calabria Ora per violenza privata nei confronti del giornalista Alessandro Bozzo. Il cronista, da quanto emerso dalle indagini, sarebbe stato costretto a vivere in una condizione lavorativa aberrante che lo avrebbe spinto a compiere l’estremo gesto. Un colpo di pistola per porre termine alle proprie sofferenze. Ieri in aula il padre e la moglie di Bozzo hanno raccontato le frustrazioni che attanagliavano la serenità del giovane giornalista cosentino. Franco Bozzo ha dichiarato di non essere solito parlare con il figlio, ma che nonostante ciò gli avrebbe confessato di essere stato minacciato sotto casa da due persone che con una pistola gli avrebbero consigliato di non occuparsi di alcune vicende. Allo stesso tempo il padre del giornalista avrebbe notato nel tempo lo stato di estremo disagio vissuto da suo figlio per le continue intromissioni dell’editore Citrigno su ogni vicenda che riguardasse amici ed ‘amici di amici’, soprattutto se gravitavano nell’universo della politica. Parole dure soprattutto alla luce del fatto che fu lo stesso Franco Bozzo a portare Alessandro in redazione dal cugino Piero Citrigno chiedendogli di farlo lavorare.
L’editore ieri ha quindi chiesto di poter prendere la parola per rendere dichiarazioni spontanee sul caso. Citrigno ha affermato che in virtù del fatto che Alessandro Bozzo era un suo parente, che peraltro stimava molto a livello professionale, non avrebbe mai pensato di licenziarlo. Negando le pressioni sulle attività giornalistiche Citrigno ha inoltre dichiarato di aver dovuto far firmare il contratto con uno stipendio ridotto per ragioni economiche, non per punizione. Alessandro pare infatti avesse rifiutato il trasferimento a Rossano e accettato il contratto da lui definito ”un’estorsione”. Alle dichiarazioni di Citrigno, che ha tentato di smentire quanto descritto nel diario del giornalista defunto, sono seguite le testimonianze di due suoi dipendenti Maria Rosaria Aquino e Antonio Murzio. I giornalisti hanno descritto come l’editore Citrigno cercasse di influenzare quotidianamente la redazione chiedendo ai giornalisti, soprattutto quelli meno remissivi come Bozzo, di non scrivere nulla che potesse ledere gli interessi di determinate persone. L’8 Gennaio si terrà la prossima udienza in cui verranno ascoltati altri giornalisti all’epoca in forze nella redazione di Calabria Ora.