COSENZA – Circa 100 ambulanze nuove acquistate dall’Asp di Cosenza restano inutilizzate. Sono costate (incluso l’allestimento con strumentazioni mediche) 14 milioni di euro, però vagano tra parcheggi e capanonni dell’area urbana di Cosenza. Vengono spostate all’occorrenza, ma non messe su strada per i soccorsi nonostante vi siano medici in graduatoria in attesa di prendere servizio e fondi stanziati per retribuirli. Gli interventi sono affidati perlopiù alle associazioni private e cooperative che ormai si recano dai pazienti sempre più spesso solo con i soccorritori, senza né medico né infermiere. A salvare vite resta l’elisoccorso, un servizio frutto di un appalto affidato nel lontano 2009, scaduto nel 2015 e trascinato fino ad oggi a colpi di proroghe.
Elisoccorso in gravi difficoltà
L’elisoccorso è obbligato a viaggiare con medico a bordo quando deve raggiungere il paziente. E per questo motivo, attualmente, viene utilizzato per assurdo non solo per trasferire l’ammalato in breve tempo in ospedale, ma anche per fare le constatazioni di decesso. Il tutto con velivoli che hanno alle spalle quasi 30 anni di attività e nella maggior parte dei casi sono privi di aria condizionata perché non funzionante. L’assenza di climatizzatore è un problema ad alta quota quando l’utente trasportato è in condizioni critiche: d’estate rischia lo shock emorragico, d’inverno l’ipotermia.
La fuga dei piloti e le proroghe
La flotta attuale delle eliambulanze calabresi è così poco attrattiva da aver provocato una fuga di piloti che sono migrati, quasi in massa, verso altre regioni. Intanto sul territorio continua ad operare la capofila che si era aggiudicata l’appalto: Elitaliana. L’impresa esclusa dalla gara d’appalto per il servizio di elisoccorso in Lazio, in quanto ritenuta inaffidabile, continua a incassare in Calabria oltre 1 milione di euro al mese e in 10 anni è così riuscita a guadagnare ben 122 milioni di euro. Soldi frutto di proroghe cui regolarità lascia perplessi in quanto si tratta di una pratica sanzionata dall’ANAC in Lazio, ma ad oggi non ritenuta illecita in Calabria.
La gara d’appalto che non c’è
L’Asp di Cosenza ha avviato le interlocuzioni con le imprese del settore chiamate a fare osservazioni sul capitolato tecnico e prestazionale del bando per l’affidamento del servizio di elisoccorso nella Regione Calabria. Una scelta che sta rallentando ulteriormente i tempi per indire la gara e affidare l’appalto scaduto da ormai 10 anni. Gli operatori economici interessati sono stati invitati a delle consultazioni preliminari (a luglio e settembre 2024) dal direttore generale Antonio Graziano, dal direttore del Dipartimento Emergenza Urgenza Riccardo Borselli e dal Responsabile Unico del Procedimento Antonio Capristo (appena prosciolto dai reati contestati dalla Procura di Catanzaro nell’inchiesta Passepartout relativi agli appalti per la metro leggera Cosenza – Rende).
La querelle sull’aria condizionata
Sono diversi i rilievi mossi dalle imprese sui dettagli tecnici degli elicotteri e le prestazioni del personale che dovranno fornire. Le ultime sono state pubblicate il 17 marzo 2025. Riguardano Leonardo Elicotteri ed Airbus Helicopters (che costruiscono anche elicotteri con le stesse caratteristiche richieste nel capitolato), Elitaliana, Elilombardia e Alidaunia. Tra le osservazioni inoltrate al Rup Capristo la Airbus Helicopters afferma, tra le righe, di essere contraria all’istallazione dell’aria condizionata sulle eliambulanze: «il finestrino scorrevole – secondo l’impresa veneta – è un sistema semplice di raffrescamento della cabina. Permette di far entrare aria fresca durante il volo (in quota di volo l’aria è fresca e non ha gli stessi livelli di temperatura del suolo) e permette anche il ricambio dell’aria di cabina. Tale aspetto, molto importante, garantisce il miglioramento del malessere del paziente come l’eliminazione di odori fastidiosi. L’aria condizionata raggiunge livelli di comfort indicativamente in 10 minuti minimi, il tempo necessario per raggiungere il luogo di intervento. Ma all’arrivo sul paziente, i portelloni verranno aperti e tutta l’aria fresca interna verrà ricambiata con aria esterna calda». Alidaunia Srl che ha sede legale a Foggia dice l’esatto contrario. E chiede di eliminare la previsione del finestrino quale alternativa all’aria condizionata. «La mancanza a bordo del sistema di condizionamento, eventualmente sostituito da un sistema di ventilazione e/o riscaldamento, comporterebbe – secondo Alidaunia – una significativa riduzione qualitativa in termini di assistenza sanitaria e benessere del paziente oltre che degli equipaggi impegnati nelle operazioni di soccorso. È palese l’impossibilità di equiparare un impianto di aria condizionata già ad un sistema di ventilazione, men che meno ad un “finestrino” (l’apertura di un finestrino in periodo estivo, a temperature elevate, lungi dal refrigerare l’ambiente, determina ovviamente l’ingresso nell’abitacolo, delle temperature esterne, dunque, calde)».
Anche Elitaliana chiede l’aria condizionata
Leonardo nelle sue osservazioni fa notare che la presenza dell’aria condizionata sull’elisoccorso non è un optional, ma è imposta dalla normativa vigente. L’impresa sottolinea «l’obbligo dell’installazione di un sistema di aria condizionata a bordo degli elicotteri per uso HEMS per quelle regioni che si trovino ad affrontare temperature superiori ai 35 gradi centigradi per più di 15 giorni l’anno. Si suggerisce pertanto di annoverare tra gli equipaggiamenti minimi anche il sistema di aria condizionata in favore di una migliore gestione del paziente critico. Preme far rilevare che, in ambito HEMS, il trattamento di alcune patologie – peraltro piuttosto comuni – quali embolia subacquea, pneumotorace, pneumoencefalo, etc richiede di mantenere la quota di volo quanto più contenuta possibile per non aggravare le già precarie condizioni del paziente; pertanto, “fare quota” al fine di poter trarre giovamento dall’apertura di un banale finestrino non costituisce una soluzione sicura per il paziente. Inoltre, il finestrino manuale, rappresenta in ogni caso una soluzione manuale certamente meno efficace e potente di un sistema automatico di condizionamento che consente un controllo della temperatura all’interno della cabina e non si limita alla semplice ventilazione. Si pensi ad esempio a quando d’estate, con temperature che in Calabria superano facilmente i 40°C, l’elicottero che staziona in piazzola sotto il sole pronto per il decollo si possa riscaldare, alla stregua di una macchina parcheggiata all’aperto: un conto è metter in moto ed accendere il sistema di aria condizionata, un conto è aprire un finestrino dopo il decollo». La stessa Elitaliana che lavora in Calabria con l’aria condizionata che, nel migliore dei casi, funziona a singhiozzo chiede che sia inserita nel capitolato. E ne rivendica l’utilità perché «appare alquanto discutibile mettere in relazione un impianto di aria condizionata con un finestrino apribile. Si evidenzia al riguardo che le temperature medie che si registrano in Calabria non sono paragonabili a quelle del resto dell’Italia peninsulare, così come la durata media di una missione sanitaria, che in Calabria supera il 70/80% quella delle altre realtà a causa della necessità di trasferire spesso i pazienti critici fuori dai confini regionali. Le alte temperature e la durata della missione non sono conciliabili con eliambulanze prive di impianto di condizionamento».
Le abilitazioni dei piloti che volano in Calabria
Elilombardia che opera sulla base di Locri invece si concentra su altri aspetti in particolare sui vincoli imposti per reclutare piloti con adeguata esperienza sul campo. Si prevede abbiamo effettuato almeno 100 soccorsi negli ultimi 3 anni e 300 ore di volo in montagna. Secondo Elilombardia si tratta di un requisito «estremamente limitativo» che escluderebbe «tutti gli equipaggi che fino ad oggi hanno operato presso le basi operative calabresi» e «tutti i piloti che stanno lavorando in Regione Calabria che non hanno l’abilitazione alla montagna». Anche Elitaliana conoscendo bene la situazione del territorio sul quale opera ormai da quasi 18 anni e assistendo alla fuga di piloti è insorta. Ha fatto quindi notare che «attualmente in Calabria stanno operando tra comandanti e copiloti circa 20 unità che con la nuova gara non potrebbero essere più idonei» perché nessuno è addestrato a volare in ambiente montano. Elitaliana si spinge oltre affermando che il personale non è preparato in quanto «mai impiegato su una base con operatività montana, per il semplice fatto che la Calabria non ha basi classificabili con operatività montana» e chiede di escludere il requisito dell’abilitazione per i voli in montagna anche per i copiloti «in considerazione che i copiloti opereranno unicamente dalla base h24 di Lamezia Terme», la sola attiva di notte in tutta la regione. Osservazioni poco rassicuranti visto che quasi la metà del territorio calabrese, circa il 45%, è in montagna dove le strade malandate e la chiusura di diversi ospedali nelle zone periferiche rendono indispensabile l’intervento dell’elisoccorso per accedere alle cure in emergenza.
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