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Channel: Maria Teresa Improta, Autore presso quicosenza
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Estorsioni a Cosenza: processo Nuova Famiglia, spariti sessanta proiettili

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Ripercorso l’episodio dell’aggressione del titolare di un esercizio commerciale.

 

COSENZA – Ancora un’altra udienza nell’ambito del processo Nuova Famiglia. Sotto i riflettori estorsioni, armi e stupefacenti nella città di Cosenza. Alla sbarra i dodici imputati che hanno scelto di essere giudicati con rito ordinario: Bruzzese Franco, Daniele La Manna, Stefano Carolei, Gianluca Cinelli, Sharon Intrieri, Jenny Intrieri, Gianluca Marsico, Giovanni Fiore, Anna Abbruzzese, Francesco Vulcano e i gemelli Antonio e Alessio Chianello. Nel corso del dibattimento gli operatori delle forze dell’ordine chiamati a deporre dal pm Pierpalo Bruni hanno ripercorso le fasi delle indagini a carico degli imputati. A partire da un episodio consumato ai danni del titolare di un locale dell’area urbana. In quell’occasione i militari intervenuti sul posto, hanno raccontato inanzi al presidente del collegio Enrico Di Dedda, di aver visto Francesco Vulcano inveire contro l’imprenditore ed aggredirlo a pugni. Nonostante la loro presenza l’aggressione fu condita da palesi minacce, verbalizzate dagli stessi carabinieri presenti: “ti do fuoco, ti faccio saltare il locale, qui non sai chi comanda, ti ammazzo, ti faccio vedere cosa ti succede”. Una volta in caserma, Vulcano avrebbe iniziato a dare vita a una serie di azioni autolesioniste chiedendo di essere soccorso dal 118 e arrestato. Poi è stato accompagnato ai cancelli dai militari, i quali hanno chiarito che il giovane appariva pienamente cosciente di quello che stava facendo.

 

Nel corso dell’udienza si è tornati a discutere dei colloqui di Franco Bruzzese nel carcere di Benevento. In particolare, dei dettagli captati che hanno portato al sequestro di due pistole nell’autolavaggio di Giovanni Iannuzzi, meglio noto come ‘Maruzzu’. Il figlio di Bruzzese, Alessandro, riferiva al padre che Iannuzzi gli aveva chiesto chi sapesse della presenza delle armi perché Impieri insisteva nel dire che sarebbe passato a prenderle. Bruzzese avrebbe quindi dato istruzioni al figlio di comunicare al sessantenne Iannuzzi, di far finta che le pistole erano state restituite alla madre. Ufficialmente doveva sembrare che le armi fossero nelle disponibilità della moglie di Bruzzese. In realtà saranno gli agenti della Questura di Cosenza a ritrovare, nel corso di una perquisizione nell’autolavaggio di via Montevideo, una Colt calibro 45 e una Beretta calibro 9.21. Entrambe con matricola abrasa, erano state occultate nei cassetti di uno schedario. In una giacca del sessantenne detentore di porto d’armi, fino a quel momento incensurato, invece erano nascosti cinque proiettili di calibro diverso dalle pistole sequestrate. Quattro fucili e una pistola semiautomatica, legalmente detenuti, sono stati trovati invece nell’abitazione di Lappano. Luogo in cui, secondo quanto denunciato agli uffici competenti, Iannuzzi avrebbe dovuto conservare sessanta proiettili di cui non è stata trovata alcuna traccia. Sessanta colpi spariti nel nulla di cui il legale possessore non ha saputo fornire alcuna spiegazione. Al termine delle deposizioni dei teste l’udienza è stata aggiornata al prossimo 14 luglio.

 

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