Il frate annuncia una nuova battaglia: “Tornerò all’Oasi Francescana”.
COSENZA – “Pace e bene a tutti”. Con queste parole Padre Fedele ha aperto la conferenza stampa tesa a chiarire l’intera vicenda giudiziaria che lo ha visto coinvolto. Un iter processuale durato dieci anni, quattro mesi e nove giorni. Un calvario per il frate francescano che ringrazia Dio per avergli dato forza e l’avvocato Eugenio Bisceglia per essere riuscito a trovare il fascicolo che smascherò suor Tania. “Se lui non avesse trovato quelle famigerate 180 pagine criptate – spiega Padre Fedele Bisceglia – io sarei ancora in galera. E’ stato accertato che sono innocente, che il fatto non sussiste perchè la suora che mi ha accusato di violenze è stata ritenuta inattendibile. A chi dice che io sono stato sollevato dal cda della Fondazione Oasi Francescana e dalla celebrazione eucaristica perchè ho disobbedito ricordo le mie lettere in cui accettavo ogni imposizione ricevuta dai superiori. La suora forse ha chiesto perdono a Dio, ma non a me”. L’avvocato Franz Caruso, che insieme a Bisceglia ha difeso gratuitamente il frate precisa che “finalmente ha vinto la giustizia, ma nessuno restituirà a Padre Fedele gli undici anni di vita rubata.
Abbiamo creduto nella sua innocenza sin dall’inizio. Abbiamo rinunciato anche alla prescrizione per confermare che era totalmente estraneo ai fatti che gli venivano contestati. Ai suoi danni è stata costruita una campagna mediatica denigratoria inimmaginabile che lo ha portato sulle colonne del New York Times. Potremo chiedere il risarcimento per l’ingiusta detenzione, stiamo valutando. Siamo rimasti esterrefatti nell’ascoltare le dichiarazioni del Centro Antiviolenza Lanzino parte civile nel processo. E’ allarmante sentir loro parlare di insabbiamento e imbavagliamento della verità. Proprio in un processo dove – spiega l’avvocato Franz Caruso – si è parlato di filmati che riprendevano lo stupro di gruppo inesistenti, mai depositati agli atti. In un dibattimento in cui non si è mai parlato dell’Oasi Francescana e dell’Istituto Papa Giovanni di Serra d’Aiello. Viene da chiedersi, ma accertata la descrizione fantasiosa dei fatti, si è trattato di qualcosa che ha inventato la suora o di qualcosa preconfezionato che le è stato fatto raccontare? Non si deve dimenticare che il caso è scoppiato dopo che Padre Fedele aveva iniziato a parlare dello ‘scandalo’ del Papa Giovanni. Verrebbe da pensare ad un complotto ordito per allontanarlo dall’Oasi Francescana e distogliere l’attenzione sui fatti di Serra d’Aiello. Perchè ci si è inventati una storia così inverosimile? A chi serviva?”.
Padre Fedele dal suo canto non si arrende e annuncia: “continuerò la mia battaglia per quei pazienti del Papa Giovanni bistrattati. Mi piacerebbe sapere chi è stato il motore di questo complotto che ha tradito non solo me, ma l’intera città. Cento sacerdoti hanno firmato la lettera di suor Tania sostenendola in quanto ‘suor coraggio’ mi piacerebbe sapere cosa ne pensano oggi. Dai cosentini ho ricevuto enorme affetto. Tornerò all’Oasi Francescana e tornerò per difendere il collega Gaudio accusato di stupro dall’amica di suor Tania e condannato”. L’avvocato Bisceglia ha poi acceso i riflettori sulle maggior incongruenze sorte nel corso del processo. “La suora – ha raccontato il legale difensore di Padre Fedele – ha riferito di cinque episodi di violenza senza sapere mai precisare in quale data siano stati commessi. Le denunce sono scattate otto mesi dopo il primo presunto stupro. Avvenimento a seguito del quale la suora si sarebbe potuta allontanare dall’Oasi Francescana, però non l’ha fatto, preferendo aspettare che il frate facesse rientro dall’Africa. In questi dieci anni ho subito minacce, mortificazioni da parte di prelati. Nulla ci ha fermato e ora invitiamo i cosentini tutti ad aiutare Padre Fedele per completare la struttura di Timpone degli Ulivi, una nuova casa per i poveri dove si ha la certezza che il denaro venga davvero speso per i bisognosi”.
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