Unico indiziato di delitto il datore di lavoro ultrasettantenne.
ACRI (CS) – “Ha trovato la morte per pochi euro”. Con queste parole il nuovo procuratore capo di Cosenza Mario Spagnuolo ha fotografato l’omicidio consumatori all’alba di sabato tra le campagne di Acri. Una badante bulgara ritrovata cadavere e il suo datore di lavoro ferito. La donna, T. N. di cinquantotto anni da pochissimo tempo lavorava a casa di Angelo Brogno pensionato settantottenne di Acri. L’uomo aveva già provveduto a liquidarle quanto le spettava, ma tra i due potrebbe esservi stata una lite culminata con l’accoltellamento della badante. Brogno è ancora in attesa della convalida del fermo e, a meno di quarantotto ore dal delitto, viene accusato di omicidio aggravato dai futili motivi. Secondo gli inquirenti l’anziano avrebbe preteso un rapporto sessuale dalla sua collaboratrice domestica e al suo rifiuto si sarebbe scagliato con violenza contro di lei. Pochi anni fa l’anziano era stato arrestato e condannato per un episodio simile allo scenario ipotizzato dagli investigatori. In quell’occasione, avrebbe tentato di abusare di una sua badante quarantenne e, non avendo incontrato l’accondiscendenza della vittima, l’avrebbe aggredita ferendola gravemente.
La notte tra venerdì e sabato, intorno alle 3.00, i militari intervenuti sul posto hanno trovato il corpo privo di vita della cinquantottenne bulgara a terra per strada a qualche metro dall’abitazione. Poco distante, seduto su una panchina, l’anziano. “Assurdo – ha affermato il procuratore Spagnuolo – che nel 2016 esistano ancora dei rapporti di lavoro (e non) tra uomo e donna simili a quelli tra schiava e padrone”. L’autopsia sul corpo della donna contribuirà ad accertare quale delle tante ferite inferte sia risultata fatale. Sicuramente la badante bulgara nel corso della colluttazione è stata attinta da un fendente nel basso ventre e da un colpo che le ha reciso l’arteria femorale. Ferite compatibili con il tentativo di difendersi da un’aggressione, cui dinamica resta ancora da stabilire. L’episodio pare si sia consumato nella cucina all’ingresso dell’appartamento dove le forze dell’ordine intervenute sul posto hanno trovato le pareti e la maggior parte degli oggetti a vista imbrattati di sangue. Nessun segno di effrazione, invece alla porta d’accesso della casa. Tutti i coltelli presenti nella stanza sono stati sequestrati per accertamenti al fine di stabilire qual’è stata l’arma usata per uccidere la cinquantottenne. Dal 2015 i casi di abusi e stalking denunciati da donne nella provincia di Cosenza sono 130, pochi invece gli interventi dei servizi sociali per prevenire tali fenomeni in contesti a rischio.
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