
Ventotto milioni di euro per sessanta chilometri al marito dell’assessore, fratello del presidente del Consiglio Comunale e nipote del ‘politico’ oggi incatenatosi sul trattore in sciopero della fame.
CIRO’ MARINA (KR) – Intrecci familiari e appalti sulla SS 106. In particolare nel tratto che da Cutro arriva all’Aeroporto di Crotone. Sessanta chilometri di strada appaltati lo scorso maggio, dopo la rescissione dal contratto dell’aggiudicatario della gara, ad un’ATI in cui appare la Sammarco Costruzioni Generali Srl (insieme alla Calgeco). Ventotto milioni e cinquecentomila euro destinati alla messa in sicurezza sono così stati affidati all’azienda di Cataldo e Raffaele Sammarco con sede legale a Cirò Marinà, il Comune più densamente popolato della provincia di Crotone. Il cantiere è già stato allestito per intervenire sulle criticità degli svincoli di Cutro, Le Castella, Crotone, Torre Melissa, Cirò, Crucoli, Cariati, Mandatoriccio, Mirto Crosia, Rossano, Crotone Aeroporto e ovviamente anche Cirò Marina.
Ed è proprio nel popoloso Comune della fascia jonica che si annoda un singolare groviglio di parentele tra l’amministrazione comunale e gli imprenditori scelti per eseguire molti dei lavori tra le province di Crotone e Cosenza. Cataldo e Raffaele sono infatti i fratelli di Sarafina Sammarco, presidente del Consiglio comunale di Cirò Marina eletta tra le fila dell’attuale sindaco Nicodemo Parrilla. La moglie di Cataldo invece, Caterina Bossio, ricopre a Cirò la carica di assessore. Una famiglia così unita che partecipa alle stesse gare per l’affidamento di appalti pubblici. Un esempio. Ai lavori di messa in sicurezza di un’arteria della provincia di Catanzaro i Sammarco partecipano candidando due ditte: quella intestata alla vicepresidente del Consiglio comunale, la Sammarco Serafina e quella riconducibile ai fratelli, la SA.BI. Sammarco S.r.l.. Ma c’è di più. Cataldo, Raffaele e Serafina sono nipoti diretti di Ferdinando Amoruso (in quanto figli della sorella), ex vicesindaco di Cirò Marina nonchè ex dirigente ai lavori pubblici dello stesso municipio e candidato alle scorse elezioni regionali a sostegno dell’attuale governatore Mario Oliverio.
Si tratta dell’uomo che oggi si è incatenato nei pressi della Cittadella Regionale manifestando per chiedere risposte sull’ammodernamento della statale 106 in qualità di presidente del Movimento Vita (Viabilità infrastrutture trasporti ambiente). Una protesta ‘colorata’ a vui non è nuovo che lo ha visto giungere nella sede della Regione Calabria di Germaneto a bordo di un trattore legato all’interno di una gabbia annunciando l’inizio dello sciopero della fame. Amoruso anche se i suoi nipotini si sono già accaparrati una buona parte dei lavori per la messa in sicurezza della statale 106, ha già fatto sapere che non desisterà dalla propria contestazione finché non sarà ricevuto dal presidente della Regione Calabria Mario Oliverio. Sono infatti attualmente in corso da i lavori dalla Sammarco Costruzioni Generali che riguardano la costruzione di rotonde, ma che per Amoruso non servirebbero a risolvere il problema.
Intanto sullo stesso tratto di ‘strada della morte’ le croci sui guard rail e le indagini della magistratura ricordano ancora gli appalti ‘allegri’ e le famose ‘mazzette’ degli anni ’90. E’ ancora viva l’immagine del businnes messo in piedi ai tempi del Governo Andreotti quando per aggiudicarsi i lavori il senatore democristiano Bonferroni e l’allora ministro ai Lavori Pubblici Giovanni Prandini costrinsero l’imprenditore parmigiano Paolo Pizzarotti a versare in contanti 300 milioni di lire pena l’esclusione dall’appalto per il quale furono stanziati 17 miliardi di euro. L’intreccio tra politica, imprenditoria e proteste con pochi ‘supporters’, ma notevole risonanza mediatica potrebbe essere solo frutto di fortuite coincidenze. Casualità su cui i cittadini sono liberi di chiedere chiarezza nel rispetto delle troppe vite decimate giorno dopo giorno sulla statale 106, affinché la tanto agognata ‘messa in sicurezza’ non diventi l’ennesima occasione per speculare.
Foto Cantiere Mandatoriccio e Marinelle
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