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Channel: Maria Teresa Improta, Autore presso quicosenza
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A Rende bimbi disabili senza terapia, 200 in lista d’attesa dal 2014. Mamme fuoriose

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Da lunedì non avranno più diritto alle cure perché l’Asp di Cosenza non ha i soldi per rinnovare il contratto alle terapiste. Accesa protesta su via Alimena.

 

COSENZA – Il diritto alle cure garantito solo per chi ha fior di quattrini da spendere in centri specialistici privati. Tra due giorni si consumerà l’ennesima vergogna della sanità calabrese. Due delle poche terapiste del Centro di Neuropsichiatria Infantile e Riabilitazione dell’età Evolutivadi Rende, che ha un bacino d’utenza che va da Rende alla Presila passando dalla Valle del Crati, da lunedì non si presenteranno più al lavoro. Il loro contratto non è stato rinnovato e non ci sono i soldi per integrarle nell’organico. Saranno sostituite da una sola dottoressa che lavorerà part time. Una situazione paradossale per un centro d’eccellenza che ha permesso a diversi bambini di avere una vita più autonoma riducendo i propri handicap. Grottesca se si pensa che dal 2014 sono in lista d’attesa ben duecento bambini, che crescendoSchermata 2017-02-03 alle 14.29.08 rischiano di non poter più recuperare il tempo perso per non aver avuto la possibilità di accedere alle terapie riabilitative. In più si dovrà scegliere quali dei bambini oggi un cura, circa quarantatré, dovranno essere allontanati dal centro che potrà dalla prossima settimana seguirne non più di venti. Il criterio che sarà adottato per la loro ‘eliminazione’ dai programmi riabilitativi è oscuro. Chiara invece la posizione delle mamme dei pazienti che riunitesi nel comitato spontaneo ‘Le Mamme di Gaia non intendono abbandonare i propri figli al loro destino rinunciando a un servizio che anche dai professionisti Gaslini di Genova viene definito eccelso.

 

Questa mattina infatti un gruppo di oltre cinquanta persone ha protestato davanti la sede dell’Asp di Cosenza in via Alimena chiedendo chiarimenti. Come risposta hanno ricevuto un semplice rimbalzo di responsabilitàSchermata 2017-02-03 alle 14.29.21 dall’Asp alla Regione Calabria. E si recheranno nei prossimi giorni in Regione per essere ricevute dal commissario Scura. La scelta di effettuare tagli sulla Neuropsichiatria Infantile e Riabilitazione, invece di potenziare il servizio già insufficiente a causa della carenza d’organico, implica che i piccoli, già provati da differenti tipi di patologie e spesso difficilmente adattabili (come ad esempio gli autistici), saranno nel migliore dei casi costretti a ricostruire un rapporto già consolidato con le terapiste oppure a rinunciare totalmente alle cure qualora dovessero rientrare tra i 23 ‘eliminati’. “Questo significa – ha dichiarato Debora una delle mamme che stamattina hanno protestato – che tutti i risultati finora raggiunti, verranno messi in discussione. Il diritto alla salute nella nostra Regione, appare condizionato alle risorse economiche. Non tutte le famiglie possono permettersi di partire (a volte è anche inutile perché in Toscana i primi posti disponibili sono al 2018) o rivolgersi ai privati.

 

Il tutto a fronte di una lista d’attesa che ha una durata media di due anni. Inaccettabile se si pensa che si tratta di terapie urgenti che se effettuate in ritardo, dopo che il bimbo cresce, non permettono la riabilitazione dato che alcune patologie necessitano di un intervento tempestivo. Il direttore amministrativo dell’Asp di Cosenza  Pietro Filippo ci ha spiegato che alla Regione preferiscono utilizzare i fondi per l’ospedale. Tentano di lanciarci in una guerra tra poveri che non ha senso d’esistere. I nostri bambini oggi, se non saranno aiutati, saranno gli invalidi al 100% di domani. Questo non significa risparmiare, ma ignorare le esigenze di un’intera comunità”. Le famiglie dopo aver discusso con il dirigente dell’Asp di Cosenza hanno dichiarato di non essere disposte ad accettare che i bimbi restino senza cura annunciando una vera e propria battaglia contro i burocrati. “Siamo stanche di lottare per far valere i nostri diritti, – affermano – per avere un aerosol si impiega un anno e mezzo. Abbiamo il dovere di fare tutto il possibile per ridurre l’handicap dei nostri bimbi, affetti da patologie che vanno dall’autismo alla sindrome di down. Dobbiamo farlo per la loro autonomia e autostima. I risultati – continua a ribadire una delle mamme che ha partecipato alla protesta – con le terapie ci sono. Abbiamo casi in cui chi non riusciva neanche a tenere un cucchiaio in mano dopo alcuni mesi di terapie al centro di Rende ha iniziato a mangiare da solo. Non possiamo accettare di essere ignorate”.

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