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Channel: Maria Teresa Improta, Autore presso quicosenza
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E’ morto oggi il noto giurista cosentino Stefano Rodotà

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Candidato alla Presidenza della Repubblica si è spento all’età di 84 anni.

 

COSENZA – La città di Cosenza e l’intera Italia piangono la scomparsa del politico e giurista calabrese Stefano Rodotà. Da sempre attivo nel panorama politico italiano proveniva da una famiglia piccolo borghese arbereshe di San Benedetto Ullano. Per anni ha vissuto in città nei pressi di viale Trieste. Nella sua lunga militanza politica, dopo avere iniziato le sue lotte tra le fila dei Radicali (“l’unico partito al quale sono mai stato iscritto”), è stato eletto deputato in quattro legislature (1979, 1983, 1987 e 1992) schierandosi con il Partito Comunista Italiano, Sinistra Indipendente, Partito democratico della sinistra, fino a presiedere la Camera dei Deputati in occasione della seduta per l’elezione di Oscar Luigi Scalfaro (1992). Il giurista calabrese, docente universitario, è stato anche membro dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa, quindi eletto parlamentare europeo nel 1989. Tra gli incarichi ricoperti, anche quello di presidente del Garante per la protezione dei dati personali, mentre dal 1998 al 2005 ha presieduto il gruppo di coordinamento dei Garanti per il diritto alla riservatezza dell’Unione Europea. Durante le ultime del Capo dello Stato è stato candidato alla Presidenza della Repubblica per succedere a Giorgio Napolitano.

 

Nato a Cosenza il 30 maggio del 1933, sposato da più di cinquanta anni con Carla, collaboratrice di Repubblica lascia due figli, Carlo e Maria Laura. Il padre era un insegnante di matematica che diede ripetizioni a Giacomo Mancini ex sindaco di Cosenza che ricoprì la carica di ministro alla Sanità e ministro ai Lavori pubblici. Nel 1953 lascia Cosenza per trasferirsi a Roma e laurearsi in legge. Inizia ad insegnare diritto civile alla Sapienza di Roma non abbandonando mai le proprie passioni politiche e quella per il giornalista che lo vide collaborare da sempre con diverse testate tra cui La Repubblica e il Mondo. Nella sua carriera accademica sarà chiamato ad insegna a nelle università di Oxford, in Francia, in Germania e negli Stati Uniti. Entra in Parlamento per la prima volta nel 1979 e si candida come indipendente di sinistra nelle liste del Partito Comunista Italiano preferendo schierarsi con Berlinguer piuttosto che con Pannella. Abbandona il Pci quando il partito decide di votare le leggi repressive di Cossiga varate per soffocare le proteste di piazza durante gli anni di piombo. Si dimette nel 1993 a sorpresa dopo essere stato eletto vicepresidente della Camera. Durante il primo governo Prodi, nel 1997 diventa Garante della Privacy ruolo che ricoprirà, come già detto sino al 2005. Sul conflitto d’interessi di Berlusconi attiva diverse battaglie in difesa della democrazia ribadendo la necessità di pluralismo informativo nei media italiani denunciando per anni i ‘mostri’ creati dal berlusconismo.

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