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Channel: Maria Teresa Improta, Autore presso quicosenza
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La rete di spaccio dei Perna a Cosenza raccontata da un ‘pentito’

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In videoconferenza da località protetta Silvio Gioia ha raccontato ciò che vide nell’autolavaggio di Serra Spiga e nella piazzetta del II° Lotto di via Popilia.

 

COSENZA – Una piccola cosca che sopravvive grazie allo spaccio di stupefacenti. Questo il quadro emerso dalle indagini che nel novembre del 2015 hanno portato ai 19 arresti dell’operazione Apocalisse. A capo del sodalizio criminale vi sarebbe, secondo gli inquirenti, Marco Perna figlio del boss Franco Perna, condannato all’ergastolo e ristretto in carcere in regime di 41 bis. Proprio in virtù del ‘prestigio’ del padre le cosche cosentine avrebbero riservato un minimo di autonomia al gruppo capeggiato dal ‘Capone’ che da un autolavaggio di via degli Stadi, nel quartiere Serra Spiga pare muovesse le fila di una rete di spaccio ben radicata in città. Ad aiutarlo nelle sue attività sarebbe stato Giovanni Giannone trovato in possesso delle chiavi del famigerato garage di via Pisani in cui mesi prima degli arresti furono ritrovati 110 chili di marijuana, 200 grammi di cocaina, due pistole con matricola abrasa e delle munizioni. Al suo fianco operava Pasquale Francavilla, attualmente detenuto in carcere, che coordinava i pusher al dettaglio e aiutava a risolvere i ‘debiti di droga’ attraverso l’elargizione di prestiti da parte della finanziaria intestata a sua moglie.

 

Oggi presso il Tribunale di Cosenza, in videoconferenza dalla località protetta in cui si trova ristretto, il collaboratore di giustizia Silvio Gioia ha raccontato ciò di cui è a conoscenza sul business di ‘quel che resta del clan Perna’. Innanzi al collegio giudicante presieduto da Enrico Di Dedda con a latere i giudici Urania Granata e Giusy Ianni dopo aver reso nella scorsa udienza dichiarazioni per circa quattro ore oggi ha risposto alle domande degli avvocati della difesa. Ventuno, in totale, le persone alla sbarra. Si tratta di: Marco Perna, Pasquale Francavilla, Giovanni Giannone, Andrea Minieri, Riccardo Gaglianese, Giacinto Bruno, Alessandro Ragusa, Giuseppe Chiappetta, Alessandro Cairo, Andrea D’Elia, Ippolito Tripodi, Bruno Francesco Calvelli, Denis Pati, Danilo Giannone, Paolo Scarcello, Francesco Scigliano, Domenico Caputo, Francesco Porco, Giuseppe Muto, Alessandro Marco Ragusa e Luca Pellicori quarantenne che ha deciso dopo l’arresto delm 2015 di collaborare con la giustizia.

 

Silvio Gioia trentatreenne ‘pentito’ dal dicembre 2013 dopo un trascorso fatto di rapine e una condanna a due anni e otto mesi di reclusione. Una decisione maturata, secondo indiscrezioni, per paura di ripercussioni per un debito di 65mila euro contratto e mai onorato. “Ho conosciuto Marco Perna in carcere nel 2007 – ha affermato Silvio Gioia – poi quando sono uscito nel 2010 ho iniziato a vederlo spesso. Non ho mai spacciato per conto suo. Francavilla faceva parte del gruppo e si occupava del recupero crediti. Veniva da me solo per prendere soldi da dare a Marco Perna. Conosco anche Andrea Minieri, me l’hanno presentato ai campetti di Serra Spiga dovi si ritrovavano prima Perna e gli altri prima che il punto di ritrovo diventasse l’autolavaggio. All’epoca lavoravo per una cooperativa come guardia giurata negli uffici ASL e ogni tanto lo incontravo quando facevo vigilanza al SERT dove lui veniva periodicamente per dei controlli dopo essere stato trovato in possesso di cannabinoidi. Quando andavo all’autolavaggio di Serra Spiga Minieri c’era sempre, anche perché abita lì vicino. Una volta mi ha dato 20 grammi di cocaina, ci siamo trovati ai campetti.

 

Aveva il pacchetto nei suoi slip me lo ha dato e io l’ho nascosto nei miei. Era il 2012 e dopo poco saldai il conto. Abitavo al II° Lotto di via Popilia e la sera ero solito intrattenermi seduto ad una panchina della piazzetta con gli amici. Una volta ho visto arrivare Chiappetta in auto che ha venduto ad un ragazzo del quartiere un panetto di hashish a 350 euro. E’ l’unico episodio di spaccio a suo carico a cui ho assistito. Ovviamente conosco anche Alessandro Cairo perché anche lui abita al II° Lotto, non eravamo soliti uscire insieme però quando ci vedevamo scambiavamo due chiacchiere e ricordo che quando sono stato ristretto ai domiciliari, dal 2007 al 2010, mi è anche venuto a trovare a casa un paio di volte. Una volta l’ho visto mentre dava mezzo chilo di marijuana a Paolo Scarcello vicino alla sala giochi Scarface. Gaglianese invece l’ho conosciuto all’autolavaggio di Serra Spiga, si diceva che appartenesse ad una famiglia benestante. Non so molto di lui. Quello che posso dire è che nell’autolavaggio ci si ritrovava tutti e lì si ‘parlava’”. Il processo è stato aggiornato al prossimo 19 settembre quando saranno ascoltati i collaboratori di giustizia Mattia Pulicanò e Pierluigi Terrazzano.

 

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