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Channel: Maria Teresa Improta, Autore presso quicosenza
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“Ci fai lavare le mani?” i presunti assassini a casa del bisnonno del piccolo Cocò

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‘Topo’ e ‘Panzetta’ si presentarono a casa del padre di Giuseppe Iannicelli a poche ore dalla sua uccisione.

 

COSENZA – Un altro tassello si aggiunge al mosaico dell’assassinio di Iannicelli. Una ‘punizione’ per aver tentato di ritagliarsi un mercato autonomo nel narcotraffico della sibaritide, senza sottostare al potere egemone del clan degli ‘zingari, i temuti Abbruzzese. Nuova udienza stamattina presso la Corte d’assise del Tribunale di Cosenza per il triplice omicidio di Cassano allo Jonio. A testimoniare oggi è stato il bisnonno del piccolo Coco’ Campolongo, dato alle fiamme insieme a Giuseppe Iannicelli e alla ventiseienne marocchina Ibtissam Touss. A fargli da eco la compagna, Rosetta Pometti, che ha riferito la medesima versione dei fatti. Il loro racconto ha fornito al collegio giudicante, presieduto dal giudice Giovani Garofalo con a latere Francesca De Vuono, nuovi elementi per ricostruire la dinamica del delitto maturato negli ambienti criminali della sibaritide. La coppia ha ricordato i tragici momenti vissuti dalla scomparsa di Giuseppe Iannicelli sino al ritrovamento dei tre cadaveri carbonizzati nei pressi di un casolare abbandonato in agro di Cassano il 19 gennaio del 2014.

 

Rientrati a casa il figlio di Tommaso Iannicelli, Battista, fratello della vittima, essendo preoccupato aveva informato il padre del fatto che Giuseppe non era ancora tornato a casa nonostante fosse in regime sorveglianza. Poco dopo Tommaso Iannicelli incontra vicino casa gli uomini oggi accusati del del delitto: Cosimo Donato e Faustino Campilongo. I due, meglio noti come Panzetta e Topo, erano suoi amici da quando avevano condiviso un periodo di detenzione nello stesso carcere. Frequentavano spesso suo figlio, quindi Iannicelli li invita ad entrare. Erano sporchi di terra ‘rossa’ e puzzavano di nafta. Un odore che né Tommaso né Rosetta hanno mai dimenticato. Appena entrati nell’abitazione chiedono di poter usare il bagno per lavarsi le mani e nell’andare via rassicurarono l’anziano uomo affermando “non ti preoccupare che mo’ lo troviamo noi a Peppe”. Poi sparirono e non si fecero più vedere.

 

La compagna di Tommaso Iannicelli ha poi ricordato che mentre Donato si trovava in casa loro ha parlato più volte al telefono con la figlia, la ragazzina che era fidanzata all’epoca con Giuseppe Junior, figlio del pluripregiudicato ritrovato morto nella propria Fiat Punto con il nipotino e la ragazza marocchina. Nel corso di queste conversazioni la ragazzina avrebbe comunicato al papà che Ibtissam Touss risultava online su Facebook. Su questo aspetto nei mesi scorsi si è soffermato il tenente di Cassano allo Ionio Dileo riferendo che dopo la denuncia della scomparsa dei tre sporta in caserma, Eleonora Donato mentre i militari si trovavano a casa sua per chiedere informazioni su Giuseppe Iannicelli avrebbe loro mostrato una sua foto su facebook con un ‘mi piace’ cliccato alle 22.02 da Betty Touss, profilo social di Ibtissam Touss il giorno dopo la sua scomparsa. Un dettaglio mai chiarito che si aggiunge ai sospetti nutriti da Giuseppe Iannicelli Junior nel momento in cui trova una foto osé del padre sul cellulare della fidanzatina. In realtà infatti quello era il telefono della ragazza marocchina che le aveva consegnato Donato.

 

Tommaso aveva visto il figlio l’ultima volta ad una pompa di benzina in paese intorno alle 17.00. Crede sia andato in campagna, in contrada Fiego, dove è stato poi ritrovato cadavere. Il nipote Antonio Iannicelli e Salvatore Stabile l’autista di Iannicelli  (che non poteva guidare perché sottoposto alla misura della sorveglianza) gli dicono però di non andare. Giuseppe Iannicelli era solito andare in quella zona, ma i due gli riferiscono di aver già controllato e che lì il cinquantaduenne e il suo nipotino non ci sono. L’intuizione dell’anziano, invece, era esatta. I giudici hanno quindi disposto per la prossima udienza l’accompagnamento coatto in aula di Stabile e Antonio Iannicelli che dovranno spiegare il perché di questa affermazione. La coppia ha poi confermato che Giuseppe girava sempre armato, ma la sua pistola, ad oggi, non è stata ancora ritrovata. Acquisiti i verbali delle perizie sulle intercettazioni captate durante le indagini il processo è stato aggiornato al prossimo 18 settembre. Entro ottobre invece dovrebbe essere disponibile la mappatura completa degli spostamenti di vittime ed imputati eseguita in base alle celle agganciare dai loro telefoni cellulari.

 

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