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Channel: Maria Teresa Improta, Autore presso quicosenza
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Appalti a Cosenza, 400 milioni di euro di lavori pubblici per ipnotizzare i cittadini

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Fu assessore ai Lavori Pubblici durante il declino della prima consiliatura di Mario Occhiuto: “Alcune regole dell’autorità anticorruzione a Cosenza non valgono”. 

 

COSENZA – Un curriculum prestigioso e una carriera brillante. Oggi lavora all’estero e nelle zone colpite dal sisma in centro Italia con il gruppo di tecnici per la Prevenzione e le Emergenze in supporto al Dipartimento di Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Un ingegnere che ama stare sui cantieri, monitorare i lavori in prima persona. E’ Giulia Fresca ex assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Cosenza durante il primo mandato IMG_3302dell’attuale sindaco Mario Occhiuto. “Purtroppo essere stata l’assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Cosenza è diventato, per la mia professione, più un neo che un merito. Ho accettato di rilasciare a QuiCosenza questa intervista – spiega l’ingegner Giulia Fresca – perché è una redazione con giornalisti fuori dai giochi di potere che mi dà la serenità di poter esprimere liberamente il mio pensiero”.

 

APPALTI A COSENZA

 

“Parlo non da ex amministratore, – spiega l’ex assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Cosenza – ma da semplice cittadina. Cosenza è una città che teme le persone oneste, che ovviamente diventano ‘scomode’, e contro le quali si attiva immediatamente la macchina del fango. Allo stesso tempo si vive esaltando il nulla, senza che i cittadini si rendano conto che la città sta subendo un vero e proprio depredamento delle risorse pubbliche. Nonostante succeda spesso ignorando le norme imposte dalla legge. Quando si interviene sulla progettazione di grandi opere come un nuovo ospedale, nuove piazze, nuove infrastrutture (come l’ovovia o la metro), secondo le procedure imposte dall’ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione) occorre indire concorsi pubblici. Ciò avviene in tutta Italia eccetto che a Cosenza dove, ad esempio, si è trovato l’escamotage delle ‘Invasioni dell’Architettura’, una semplice manifestazione culturale, per camuffare l’affidamento diretto per il progetto dell’ospedale, di una piazza a Vaglio Lise e di altri pseudo ritrovati architettonici. Un’attività estremamente subdola. Intanto l’opinione pubblica continua ad essere ipnotizzata da frasi come “almeno si fa qualcosa””.

LAVORI PUBBLICI: QUATTROCENTO MILIONI DI EURO

“Chi conosce questi meccanismi al limite della legalità, ha la consapevolezza che non si sta lavorando per la giulia frescacollettività, ma per gli interessi degli ‘amici’. La mia nomina quale assessore ‘tecnico’ al comune di Cosenza fu proposta dal Sindaco per scardinare una forza politica che avanzava legittime richieste di rappresentanza. Quando quella stessa forza politica sostenne la mia persona, Mario Occhiuto attuò tutto ciò che aveva in suo potere per non consentirmi di svolgere in maniera trasparente il mio lavoro. Basti pensare che la prima cosa che chiesi fu la rendicontazione (tecnica ed economica) di tutte le opere in corso. Si trattava di circa 400 milioni di euro di opere cantierate. Trovai un muro di silenzio e ciò mi portò a diventare l’assessore dei sopralluoghi ed a creare una pagina social Cosenza Cantiere Aperto per dare ai cittadini la possibilità di capire a che punto fosse la realizzazione dei progetti in corso”.

 

CHI ESEGUE I LAVORI?

“Arrivata a Palazzo dei Bruzi avevo chiesto il cronoprogramma di tutti i lavori, delle sospensioni e dei motivi dell’eventuale sospensione degli stessi. Quel piano – ricorda l’ex assessore Fresca  – non mi è IMG_3301mai stato consegnato per precisa volontà dell’Ufficio Tecnico, in accordo con il sindaco. Alla fine l’ho ricostruito da sola, facendo dei blitz. Ci sono appalti che, mi chiedo ancora, come siano stati affidati: se per parti o in maniera completa. Gli ‘appalti spezzatino’, i sub appalti alle ditte di fiducia, le progettazioni date in barba alle regole minime, l’inesistenza di criteri di valutazione oggettiva, per non parlare dei capitoli di bilancio movimentati all’abbisogno: sono tutte procedure che i cittadini dovrebbero imparare a conoscere per poterle ri-conoscere e non lasciarsi abbindolare. I lavori divisi in sottocategorie (il trattamento delle acque ad un’azienda, l’impianto elettrico ad un’altra) si possono appaltare in maniera diretta, senza gara, se non superano i 40mila euro”.

 

“E’ legale. Però chissà perché, a Cosenza, ci ritroviamo sempre con gli stessi nomi. Per alcune opere – racconta l’ex assessore – nutro ancora scetticismo su un aspetto che a volte sfugge ai cittadini. Se tutte le imprese possono partecipare alle gare, perché a lavorare sono sempre le stesse? Non dimentichiamo che piccole commesse, sommate, possono formare grandi cifre. Qualcuno, a quei tempi, ha provato ad ‘impormi’ dei consigli, ma la porta del mio ufficio era sempre aperta: per entrare e per andare via. E tantissime sono le persone che ho invitato ad accomodarsi fuori. Ciò nonostante sono stata declassata al terzo piano mentre nell’ufficio storico dell’assessorato il vero deus ex machina, il dirigente dell’epoca, Carlo Pecoraro, disponeva tutto secondo le dirette richieste del sindaco. Io non vedevo o firmavo carte o affidamenti diretti. Era tutto gestito da lui. Sono cose che ho già detto in Procura e non ho problemi a ripeterle”.

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