Commissione d’accesso antimafia a breve nei Comuni di Castrolibero e Marano Marchesato.
COSENZA – Le vicende che hanno coinvolto l’ex sindaco di Castrolibero e consigliere regionale Orlandino Greco per presunto voto di scambio con la cosca Bruni, sono state oggetto delle audizioni della commissione parlamentare antimafia. Sul tavolo degli onorevoli, chiamati ad analizzare lo status della criminalità bruzia, anche i nove avvisi di garanzia per voto di scambio mafioso e tentata estorsione con il metodo mafioso notificati al sindaco di Marano Marchesato Eduardo Vivacqua e ad alcuni sodali del clan Rango – Abbruzzese. In entrambi i Comuni nei prossimi mesi, come emerso dal confronto della commissione con il Prefetto, potrebbe insediarsi la commissione d’accesso antimafia per verificare gli eventuali illeciti e i presunti legami delle due amministrazioni con le ‘ndrine. ”Cosenza – ha affermato Rosy Bindi al termine dei colloqui intercorsi con le massime autorità giudiziarie calabresi – non è più una zona franca. Dopo queste due giornate possiamo affermare che sia ormai un luogo comune superato. Qui le cosche sono ben radicate con collegamenti diretti ad altre ‘ndrine e ramificazioni fuori regione e all’estero esattamente come accade nel reggino e nel vibonese. La capacità intimidatoria è enorme e gli interessi spaziano dalla droga e la prostituzione alle estorsioni sino alle infiltrazioni politiche”.
Parole forti che finalmente squarciano il velo di illusioni sulla città calabrese ritenuta sino ad oggi un’isola felice. Enza Bruno Bossio, membro della commissione, ascolta con lo sguardo fisso sula presidente sgranando gli occhi quando cita i rapporti tra ‘ndrine e politica. Nel corso dell’incontro con la stampa i relatori della commissione hanno sollevato la questione della soppressione del Tribunale di Rossano. ”La Calabria – sostiene Bindi – è l’ultimo posto in Italia in cui si può pensare di fare tagli, soprattutto in tema di giustizia. La chiusura del Tribunale è un paradosso in un’area ad alta intensità criminale come la sibaritide. E’ lì che si è consumato l’omicidio del piccolo Cocò affidato al nonno per fargli da scudo umano dopo che la madre aveva rifiutato di tenere il bimbo in carcere con sè. In Calabria bisogna lavorare molto sui minori e la Regione, che dichiara di adoperarsi in materia, deve spiegarci perchè nei Comuni mancano assistenti sociali. I minori calabresi sono completamente ignorati dalla politica e bisogna trovare la soluzione migliore per tutelarli”. Ciò che emerge è una carenza di personale che vincola e ridimensiona l’operato della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro. Una realtà evidente su cui però l’onorevole Moretti afferma bisogna indagare. La degenerazione del quadro criminale cosentino andrebbe attenzionata in quant0 secondo l’onorevole ”non è chiaro fino a che punto le responsabilità siano da attribuirsi a carenza di organico oppure all’incompetenza degli inquirenti o alla connivenza con gli ambienti criminali”.