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Channel: Maria Teresa Improta, Autore presso quicosenza
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Denuncia la segreteria del sindaco per assenteismo e si ritrova ricoverato in psichiatria

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Il trentasettenne feritosi dopo aver battuto con la mano contro il vetro dell’entrata in municipio, è stato sottoposto a Trattamento Sanitario Obbligatorio.

 

COSENZA – Voleva parlare con il sindaco, ma nessuno gli avrebbe permesso di fissare un appuntamento. La vicenda, accaduta circa un mese fa, ha come protagonista un perito informatico cosentino. Il trentasettenne pare si fosse recato negli uffici di Palazzo dei Bruzi per esporre alcuni suoi progetti al primo cittadino. Alla sua richiesta di fissare un appuntamento però gli sarebbe stato comunicato che nessuno degli addetti a pianificare incontri con il sindaco era presente negli uffici. Il giovane sarebbe stato quindi congedato con la consegna di un bigliettino con i numeri della segreteria di Mario Occhiuto. ‘’Non rispondeva mai nessuno, – afferma il trentasettenne – allora sono andato dai carabinieri e ho denunciato le segretarie per assenteismo. Erano settimane che mi mandavano via con il bigliettino e i numeri di telefono dicendomi di provare a telefonare o ripassare dagli uffici”.

 

In realtà l’intento degli addetti sarebbe stato proprio quello di non ricevere il ragazzo. Ad affermarlo è lo stesso usciere il quale ricorda perfettamente la vicenda: “E’ venuto a disturbare più volte, diceva che voleva il sindaco. Ogni volta che gli si rispondeva che non c’era e doveva telefonare cominciava a dire che qui siamo tutti dei vagabondi che rubiamo lo stipendio. Ovviamente nessuno voleva fissargli un appuntamento con Occhiuto”. E infatti l’appuntamento non sarà mai calendarizzato. Il ragazzo riuscirà solo ad avere un breve colloquio con l’assessore Succurro intervenuta casualmente nel corso delle ‘incursioni’ del giovane in Comune. Dopo aver sporto denuncia per assenteismo, non contento, ritorna in Comune.

 

“Avevo i documenti dei carabinieri in mano – spiega – volevo farglieli vedere. Non mi hanno fatto entrare allora ho battuto le mani sul vetro che si è rotto. Mi sono ferito ed è arrivata l’ambulanza e la polizia. Mi hanno portato in Pronto Soccorso e hanno suturato la ferita. Quindici punti in tutto. Poi visto che sono iscritto al centro di igiene mentale mi hanno fatto visitare dallo psichiatra e hanno richiesto il TSO. Ero calmissimo, lo può testimonare la polizia, li ho seguiti in reparto (dove poi sono stato trattenuto per due settimane) senza opporre alcuna resistenza, nonostante ciò mi hanno legato e fatto una puntura che io rifiutavo in quanto non ero stato informato né di cosa si trattasse né del perché fosse utile. Mi hanno poi dato dei farmaci con dosaggi altissimi che mi facevano dormire di continuo, poi ho chiesto perché dopo una settimana ero ancora ricoverato e mi hanno detto che era per colpa del vetro rotto”.

 
A chiarire la vicenda del ragazzo su cui gravano precedenti penali per atti vandalici è il primario di Psichiatria dell’Annunziata Aristide Filippo. “Il TSO – spiega lo psichiatra – può durare da una a tre settimane. Nel suo caso c’erano gli estremi per trattenerlo in reparto due settimane. Come si evince dalla cartella clinica, il giovane è arrivato qui agitato, qualsiasi cosa lui dica non ha nessun valore perché è affetto da un grave scompenso psicotico ed ha già precedenti. La puntura gli è stata praticata perché chi è ricoverato in regime di Trattamento Sanitario Obbligatorio non può rifiutare le terapie. I farmaci devono per forza essere assunti dai pazienti, ma noi non li leghiamo, li teniamo per somministrare le cure e basta”.


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