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Omicidio Bruni, estorsioni e droga: dure condanne per il clan Rango – Zingari

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Confermata la pena dell’ergastolo per il boss Maurizio Rango

 

CATANZARO – Un omicidio deciso per evitare una faida tra clan. Questa la ragione per cui Luca Bruni, esponente del gruppo Bella Bella, fu freddato a colpi di arma da fuoco e seppellito tra le campagne di Orto Matera alla periferia dell’area urbana di Cosenza, tra Castrolibero e Rende. Il suo corpo, si ricorda, fu ritrovato a distanza di circa due anni grazie alle indicazioni del collaboratore di giustizia Adolfo Foggetti autoaccusatosi del delitto e condannato a sei anni di detenzione. Con un ‘appuntamento – trappola’ Bruni il 3 gennaio del 2012 sarebbe stato invitato a salire in auto con alcuni suoi amici per un finto incontro con Ettore Lanzino e Franco Presta allora entrambi latitanti. Dalle ceneri del clan Bruni si sarebbe poi consolidata la ‘Nuova Famiglia’, la cosca Rango – Abbruzzese, meglio nota come Rango – Zingari. La vittima era stata scarcerata da pochi giorni quando venne uccisa.

 

Bruni non celava i propri risentimenti per il gruppo degli ‘italiani’ capeggiato da Lanzino che reputava responsabile dell’uccisione del padre Francesco Bruni alias ‘Bella bella’. Per il delitto sono stati già condannati i collaboratori di giustizia Daniele Lamanna e Franco Bruzzese a undici anni di reclusione. Resta da definire la posizione di Francesco Patitucci, Ettore Sottile e Roberto Porcaro, ritenuti dagli investigatori i presunti organizzatori dell’esecuzione. Maurizio Rango invece era stato condannato in primo grado all’ergastolo, pena oggi confermata dalla Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro. Il processo riguarda anche l’esistenza stessa della ‘Nuova Famiglia’ il clan retto, secondo l’accusa da Maurizio Rango. Trentatré in tutto gli imputati accusati a vario titolo di associazione di stampo mafioso, estorsione e traffico di stupefacenti già giudicati in abbreviato cui pene sono oggi state rideterminate.

 

SENTENZA CORTE D’ASSISE D’APPELLO DI CATANZARO

 

Maurizio Rango ergastolo (pena confermata)

Ettore Sottile 12 anni di reclusione (anziché 16 anni)

Luciano Impieri 6 anni e 8 mesi di reclusione (anziché 7 anni)

Adolfo Foggetti 6 anni di reclusione (pena confermata)

Mario Perri 5 anni di reclusione (pena confermata)

Andrea Greco 3 anni e 4 mesi di reclusione (anziché 5 anni)

Antonio Abbruzzese classe ’75 12 anni di reclusione  (anziché 16 anni)

Celestino Bevilacqua 7  anni di reclusione (anziché 12 anni)

Rocco Bevacqua 4 anni 10 mesi di reclusione (anziché 12 anni)

Domenico Cafiero 7  anni di reclusione (anziché 5 anni)

Francesco Ciancio  7 anni di reclusione (anziché 10 anni)

Gennaro Presta  10 anni di reclusione (anziché 12 anni)

Attilio Chianello 5  anni di reclusione (anziché 10 anni)

Antonio Imbroinise  8 anni di reclusione (anziché 10 anni)

Danilo Bevilacqua 6  anni di reclusione (anziché 8 anni)

Domenico Mignolo 10 anni di reclusione (anziché 14 anni)

Giuseppe Esposito 4 anni e 10 mesi di reclusione (anziché 5 anni)

Giuseppe Montemurro 2 anni 6 mesi di reclusione (pena confermata)

Luca Maddalena 5 anni di reclusione (anziché 10 anni)

Giuseppe Curioso 5 anni di reclusione (anziché 8 anni)

Alfonso Raimondo 5 anni di reclusione (anziché 8 anni)

Fabio Calabria assolto per non aver commesso il fatto (anziché 8 anni)

Gianluca Arlia assolto per non aver commesso il fatto (anziché 8 anni)

Giovanni Iannuzzi 2 anni e 4 mesi di reclusione (anziché 6 anni)

Antonio Intrieri 10 anni di reclusione (anziché 14 anni)

Leonardo Bevilacqua 5 anni di reclusione (pena confermata)

Cosimo Bevilacqua 5 anni di reclusione (pena confermata)

Francesco Vivacqua 4 anni e 6 mesi di reclusione (anziché 8 anni)

Alberto Ruffolo 4 anni e 6 mesi di reclusione (anziché 8 anni)

Gianluca Barone 4 anni e 6 mesi di reclusione (anziché 8 anni)

Simone Santoro 4 anni e 6 mesi di reclusione (pena confermata)

Antonio Abbruzzese classe ’70 16 anni di reclusione (pena confermata)

Francesca Abbruzzese 2 anni e otto mesi di reclusione (pena confermata)

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