
Milioni di euro dirottati sui conti correnti dei familiari e scritture contabili distrutte per evitare controlli
COSENZA – Per mascherare la truffa aveva finto di essere stato derubato delle scritture contabili della propria impresa. Le aziende dell’imprenditore Antonio Ioele sono state oggi poste sotto sequestro. Al quarantatreenne, dopo una complessa attività d’indagine, è stata notificata la misura della sorveglianza speciale per tre anni con obbligo di soggiorno nel Comune di residenza. Un provvedimento scaturito dalle anomalie rilevate nelle procedura fallimentari delle società Autoioele srl, Autozentrum Ioele srl (intestata al padre e alla sorella), Ioele Costruzioni srl (intestata al padre) e Car Group Italia srl (intestata alla sorella). Il Nucleo Polizia Tributaria di Cosenza ha infatti ipotizzato a suo carico l’esistenza del reato di bancarotta fraudolenta per distrazione di beni della Autoiole di cui Antonio Ioele risultava essere amministratore unico e legale rappresentante. Reato per il quale l’imprenditore ha già incassato una condanna a tre anni di reclusione, in attesa del verdetto della Corte di Cassazione.
Nel 2014, secondo il Tribunale di Cosenza, avrebbe trafugato dai conti correnti della società circa nove milioni di euro dirottandoli sui conti correnti di aziende intestate ai suoi familiari. Con l’obiettivo di rendere irreperibili tali operazioni l’uomo avrebbe finto il furto della propria autovettura. Il veicolo sarebbe poi stato recuperato e, stranamente, l’unica cosa che sembrava essere stata rubata era la documentazione contabile della Autoiole. Un dettaglio che ha insospettito gli inquirenti che hanno così inteso approfondire la vicenda approdando al sequestro di parte delle somme di denaro trasferite alla Ioele Costruzioni (825mila euro e alla Autozentrum Iole 1.709.500 euro). La vendita dei veicoli avveniva con un curioso raggiro. Le auto usate venivano acquistate all’estero, soprattutto in Germania, e poi rivendute in Italia. L’attività avrebbe consentito gravi irregolarità in materia di IVA e IIDD.
In più senza alcuna apparente motivazione, con la formula del ‘credito verso soci/terzi’ Antonio Iole avrebbe negli anni prelevato dai conti correnti dell’azienda fallita ingenti somme di denaro. Dal conto della Autoiole un giorno si spinse a farsi consegnare dalla Banca di Credito Cooperativo 5.127.500 euro in contanti. Nonostante non risultasse nelle società intestate ai suoi parenti (Autozentrum Ioele srl, Ioele Costruzioni srl e Car Group Italia srl) era sempre lui a contrattare prezzi e occuparsi della compravendita di auto e immobili svolgendo, di fatto, un ruolo di primissimo piano nella gestione aziendale. In uno degli immobili posti all’epoca sotto sequestro lavorava in qualità di progettista e direttore dei lavori l’attuale sindaco di Cosenza Mario Occhiuto. Il sequestro effettuato oggi dalla Guardia di Finanza di Cosenza riguarda un patrimonio di oltre 22 milioni di euro nei confronti di quattro soggetti ritenuti socialmente pericolosi per ripetuta evasione fiscale.
Si tratta di Antonio Iole, del padre Francesco Iole, della sorella Sonia Paola Ioele e della madre Maria Vitaro. I quattro in concorso avrebbero contribuito a sottrarre illecitamente al fisco i proventi destinati alla tassazione, reimpiegandoli nella realizzazione di altre attività commerciali investendoli nell’acquisto di beni immobiliari riconducibili al cospicuo patrimonio di Iole ben differente dalla condizione economica dichiarata. Iole infatti risultava in stato di semi-povertà con redditi, apparentemente insufficienti a soddisfare anche primarie esigenze di vita. In venti anni la famiglia Ioele avrebbe con tale condotta illecita accumulato un patrimonio milionario ai danni delle altre aziende che operano, nel rispetto della legge, nel settore immobiliare e automobilistico.
I BENI POSTI SOTTO SEQUESTRO
CLICCA IN BASSO PER SAPERNE DI PIU’
L'articolo La creatività di Ioele, il ‘finto povero’ che faceva sparire il denaro trasferendolo ai parenti sembra essere il primo su QuiCosenza.it.