Nuovi carotaggi sui terreni dell’ex Marlane della famiglia Marzotto dove si sospetta furono sversati per anni rifiuti altamente pericolosi
PRAIA A MARE (CS) – Esiste una vera e propria mappa dei veleni della Marlane. Un documento stilato da alcuni ex operai che sulla planimetria della fabbrica di tessuti della famiglia Marzotto hanno indicato con esattezza dove venivano sversati i rifiuti tossi. Liquami chimici altamente pericolosi usati a Praia Mare per colorare le stoffe e che venivano respirati quotidianamente da chi lavorava in quella struttura che nel 2004 è stata dismessa con il trasferimento delle produzioni in Repubblica Ceca. Ben 107 dipendenti sono morti, ma in chi è sopravvissuto resta vivo il ricordo della nebbia tra i capannoni frutto delle esalazioni che provenivano dalle vasche sulle quali però la Procura di Paola non potrà eseguire alcun rilievo in quanto sono ormai sparite. Prelevate dalla fabbrica, sequestrata lo scorso settembre, e poi trasferite in un luogo che non è dato sapere.
IL PROCESSO A CARICO DEI DIRIGENTI
Il processo a carico dei dirigenti vicentini della ‘fabbrica della morte’ e dei funzionari pubblici del territorio accusati di disastro ambientale, omicidio colposo e omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro è finito con il riconoscimento dell’avvenuto disastro ambientale, ma con l’assoluzione di tutti gli imputati sia in primo grado sia in Appello. Alla sbarra finirono: Antonio Favrin ex amministratore delegato del gruppo Marzotto, Carlo Lomonaco ex sindaco di Praia a Mare ed ex responsabile dello stabilimento, Attilio Rausse, Pietro Marzotto, Silvano Storer ex amministratore delegato del gruppo, Jean De Jaegher, Lorenzo Bosetti ex sindaco di Valdagno (Vicenza) e consigliere delegato e vicepresidente della Lanerossie, Salvatore Cristallino responsabile del reparto tintoria, Ivo Comegna responsabile del reparto finissaggio e Vincenzo Benincasa responsabile dello stabilimento. La maggior parte dei parenti degli operai morti costituitisi come parte civile hanno accettato il risarcimento di circa 25mila euro ciascuno e il pagamento delle spese private prima della pronuncia del Tribunale.
La seconda inchiesta aperta dalla Procura di Paola diretta oggi da Pierpaolo Bruni riguarda le accuse di cooperazione in omicidio colposo e lesioni gravissime personali nella morte di altri 30 ex operai e la malattia di altri 12. Gli indagati sono ancora Benincasa, Cristallino, Comegna, Lomonaco, Rausse, Storer e Favrin. Le cause di decessi e lesioni, per gli investigatori, sarebbero legate ad una serie di omissioni in ragione delle quali i dipendenti non sarebbero stati adeguatamente protetti nel processo di lavorazione del tessuto, compresa la tinteggiatura con l’uso di sostanze ritenute cancerogene. Sul rapporto tra tumori e sostanze tossiche serviranno a fare chiarezza le analisi sui campioni di polveri, terreni, muri, bocchette di aspirazione, cisterne ancora presenti nella Marlane di Praia a Mare soprattutto nei reparti tessitura, tintoria, fissaggio e laboratorio colori. Tecnici nominati dalla Procura di Paola sono oggi al terzo giorno di lavoro per prelievi e carotaggi tra i capannoni, i parcheggi e i terreni della fabbrica mai bonificata. L’esito sarà depositato tra qualche settimana.
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