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Channel: Maria Teresa Improta, Autore presso quicosenza
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Hotel Centrale, sei anni fa l’occupazione per denunciare la speculazione edilizia cosentina

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COSENZA – Vuoto e abbandonato al degrado, potrebbe ospitare circa 250 persone. L’Hotel Centrale che affaccia su Viale Giacomo Mancini, occupato esattamente 6 anni fa e sgomberato nel 2019, resta inutilizzato. Aste deserte per la struttura che fu sequestrata dalla magistratura dopo l’arresto di Mimmo Barile, l’ex consigliere regionale vicino alla famiglia Gentile di recente assolto dal Tribunale di Cosenza dall’accusa di bancarotta fraudolenta. Il politico cosentino condannato nel 2020 per distrazione di fondi pubblici dalla Fondazione Field, ente in house della Regione Calabria Field deputato alla promozione dello sviluppo del territorio, non avrebbe contribuito a drenare le casse della Nord Hotel (titolare dell’Hotel Centrale e dell’Hotel Executive di Rende) impedendo di liquidare i creditori. Intanto la maggior parte dei dipendenti attende ancora il pagamento degli stipendi, mentre l’albergo con le piastrelle glitterate si riempie di topi e immondizia.

L’occupazione del 30 dicembre 2017

Quando un gruppo di senzatetto fece irruzione nell’hotel abbandonato di via del Tigrai, era il 30 dicembre 2017. La città si stava preparando a ospitare il popolare gruppo britannico Skunk Anansie. Un concerto da 240mila euro (domani per Giorgia il Comune ne spenderà più di 300mila) allestito dalla seconda Giunta Occhiuto in quella piazza Bilotti che era stata da pochi mesi ufficialmente inaugurata, nonostante l’ambiguo collaudo per il quale lo stesso sindaco è oggi a processo insieme a un nutrito gruppo di funzionari e tecnici. Gli attivisti del collettivo Prendocasa armati di buona volontà ripulirono la struttura dando alloggio a 200 persone, incluse 50 famiglie con bambini. Per sostenere l’iniziativa arrivò a Cosenza anche l’allora sindaco di Riace, Mimmo Lucano, che ancora non era stato travolto dallo scandalo dell’operazione Xenia cui capi d’accusa imputatigli sono quasi tutti caduti nella sentenza emessa nell’ottobre 2023 dalla Corte d’Appello di Catanzaro. Lo sgombero venne eseguito dopo un anno e mezzo. Al suo interno erano rimaste 30 famiglie alle quali vennero assegnati appartamenti in emergenza abitativa.

Emergenza abitativa e immobili pubblici abbandonati

A distanza di oltre 3 anni, i 6 piani dell’Hotel Centrale restano vuoti. Non è un caso isolato. Anzi. La Calabria con il 44,5% di case non abitate, pur essendo la regione più povera d’Italia è tra quelle con il maggior numero di edifici non utilizzati. A fronte di centinaia di famiglie sotto sfratto, in città svettano palazzi disabitati e immobili di proprietà pubblica abbandonati. Eppure basterebbe riaprire i loro cancelli e portoni per restituire dignità ai senzatetto dell’intera area urbana, ospitare gli sfrattati, assegnare le case ai 1.900 nuclei che da decenni sono in graduatoria per l’accesso agli alloggi popolari e dare un tetto meno precario a coloro che vivono in abitazioni al limite dell’agibilità. Circa 700 persone potrebbero trovare riparo nei tre palazzi occupati dal collettivo Prendocasa e sgomberati dalle forze dell’ordine per poi essere lasciati all’incuria senza alcun tipo di impiego: 250 Hotel Centrale, 100 Istituto del Sacro Cuore del Verbo incarnato (si ric e 300 nell’ex ufficio di collocamento di Viale Trieste.

Occupazioni e alloggi per i senzatetto

Nelle 3 strutture occupate (e non sgomberate) negli ultimi 10 anni a Cosenza da senzatetto e attivisti del collettivo Prendocasa abitano più o meno 60 famiglie, circa 300 persone: 150 ex Istituto Canossiane di viale della Repubblica, 100 ex sede Aterp via Savoia e 50 nell’ex scuola Don Milani di Portapiana. «Con il patrimonio immobiliare pubblico inutilizzato di cui disponiamo – spiega Ferdinando Gentile del collettivo Prendocasa – potremmo tranquillamente risolvere l’emergenza abitativa in città e nell’intera area urbana. Con l’abolizione del Reddito di Cittadinanza è venuto meno anche il sostegno per il pagamento dell’affitto. Il numero di sfratti e di cittadini che non potranno più permettersi di avere una casa è destinato ad aumentare in maniera esponenziale nei prossimi mesi. È una situazione che a breve esploderà. D’altro canto le soluzioni per l’emergenza abitativa sono ferme al palo. Nessuna misura è stata attivata per intervenire, a parte l’erogazione del contributo regionale Fitto Casa che però non può essere una soluzione perché i soldi vanno comunque anticipati dalle famiglie beneficiarie. A gennaio dovrebbe essere lanciato un nuovo bando per le graduatorie delle case popolari, ma una volta stilato l’elenco comunque non ci saranno possibilità di assegnazione perché non ne hanno costruite in questi anni».

La legge sull’autorecupero

«È assurdo che ci siano immobili liberi, fondi disponibili, però la gente continui a essere sfrattata e restare senza un tetto perché non può pagare l’affitto. All’epoca abbiamo occupato l’Hotel Centrale – ricorda Ferdinando Gentile – proprio per denunciare questo paradosso. Tutti gli immobili che abbiamo occupato a scopo abitativo e dai quali siamo stati mandati via sono ancora vacanti. È un peccato perché potevano e possono accogliere centinaia di persone. Sono tutti immobili frutti di speculazione edilizia, spesso foraggiata con le finanze pubbliche. Abbiamo dato anche delle soluzioni operative promuovendo e sollecitando l’approvazione della Legge regionale 21 giugno 2019 n. 22 su l’Autorecupero del patrimonio immobiliare pubblico. La norma prevedeva che gli occupanti ristrutturassero gli immobili abbandonati nei quali trovavano alloggio, in un’ottica di riqualificazione degli spazi pubblici abbandonati. È stato un primo passo al quale non è seguito l’impegno a inserire in bilancio la copertura di spesa necessaria a rendere questa legge concreta. Quindi è rimasta solo sulla carta».

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