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Channel: Maria Teresa Improta, Autore presso quicosenza
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Caso Tarsitano: assolti i due responsabili dell’obitorio in cui fu trovato il cadavere putrefatto

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La salma del ventiseienne di Pietrafitta morto per una tromboembolia scambiata per stati d’ansia era sotto sequestro in attesa dell’autopsia.

 

COSENZA – Il corpo di Mario Tarsitano fu conservato per giorni nelle celle frigorifere dell’ospedale di Cosenza a 32°. La salma del giovane di Pietrafitta era stata posta sotto sequestro in attesa dell’autopsia richiesta a seguito dell’esposto presentato dai genitori che volevano chiarezza sul decesso del proprio congiunto. Il ragazzo, nel Giugno 2013 aveva fatto ricorso alle cure della guardia medica di Aprigliano lamentando difficoltà respiratorie. Il medico di turno, cui identità a distanza di due anni non è stata formalmente accertata in quanto la firma sul registro delle presenze non risulta leggibile, lo avrebbe mandato a casa consigliando di assumere degli ansiolitici. Per l’ignoto dottore si trattava di semplici stati d’ansia, in realtà dopo quattro giorni il ragazzo morì al Pronto Soccorso dell’Annunziata stroncato da una crisi respiratoria. La famiglia Tarsitano presenta un esposto che porta all’iscrizione sul registro degli indagati di sei medici accusati di omicidio colposo. L’autopsia potrebbe sciogliere i nodi e fare chiarezza su una vicenda sanitaria piuttosto anomala, ma le celle dell’obitorio sono rotte da oltre un mese. Nessuno ha provveduto a ripararle perchè i pezzi di ricambio di quei frigoriferi risalenti al 1967 non si trovano sul mercato.

 

Lo stato avanzato di decomposizione del cadavere non consente ai periti di eseguire correttamente gli esami necroscopici. All’obitorio vengono apposti i sigilli e l’autopsia verrà eseguita nel cimitero di colle Mussano in condizioni ambientali piuttosto precarie. L’esito è parziale. L’unica cosa che i medici legali riescono a stabilire è la causa del decesso: tromboembolite polmonare destra.  ‘’Lacune, inadeguatezze documentali, carenze strumentali e putrefazione della salma – si legge negli atti che riguardano la valutazione autoptica – hanno condizionato l’esame menomando gli strumenti dei consulenti ed il giudizio delle condotte dei sanitari e della relazione di queste con il decesso’’. Il gip dispone una nuova perizia mentre i due dipendenti dell’Annunziata che si sarebbero dovuti occupare del corretto funzionamento dell’impianto di refrigerazione vengono indagati per abuso d’ufficio. Oggi il Tribunale di Cosenza si è espresso in merito alle loro posizioni. Sentenza di non luogo a procedere per il responsabile della manutenzione dell’Ospedale di Cosenza Amedeo De Marco per il quale era stato chiesto il rinvio a giudizio, mentre viene assolto in quanto ‘il fatto non sussiste’ il responsabile della manutenzione dell’obitorio Pasquale Gullo giudicato con rito abbreviato. I legali della famiglia Tarsitano, gli avvocati Massimiliano Coppa, Luigi Forciniti, Chiara Penna e Paolo Coppa non escludono la possibilità di ricorrere in appello una volta acquisite le motivazioni della sentenza.

 


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