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Genitore disperato: “Per l’ennesima volta ho eseguito la terapia per mia figlia. Dopo quarantotto ore aveva di nuovo la pediculosi”.
COSENZA – Emergenza pediculosi nelle scuole dello Spirito Santo. L’istituto comprensivo ubicato nel centro storico di Cosenza, ospita al suo interno la Scuola dell’Infanzia con 60 alunni, la Scuola Primaria con 170 scolari e la Scuola Secondaria di Primo Grado con 85 studenti. Oltre trecento bambini che ogni giorno popolano i vari plessi in cui, dall’inizio dell’anno scolastico, i genitori lamentano una vera e propria epidemia di pediculosi. L’annoso problema dei pidocchi tra i piccoli scolari non ha risparmiato nessuna generazione, ma da quanto raccontano gli utenti dell’istituto dello Spirito Santo il fenomeno sarebbe più diffuso rispetto a quello che da sempre si registra nelle scuole. Un padre di due bambine che frequentano l’istituto lamenta che nonostante le ripetute cure, pur avendo seguito nel dettaglio le istruzioni dei medici, le figlie continuano a tornare a casa con i pidocchi. “L’ultima volta – spiega il genitore – le ho tenute a casa una settimana. Quando sono sparite le lendini le ho rimandate a scuola. Dopo due giorni avevano di nuovo i pidocchi. Da settembre ad oggi abbiamo fatto più volte il trattamento, ma il risultato è sempre uguale: a distanza di poche ore si ripresenta la pediculosi”.
Il dirigente scolastico Massimo Ciglio che presiede l’istituto comprensivo dello Spirito Santo spiega che “in questi casi non è prevista né la bonifica né disinfestazione della scuola che avviene in casi diversi. Un esempio: quando è stata riscontrata la presenza di topi”. “Purtroppo – chiarisce Massimo Ciglio – possiamo fare poco, perché i pidocchi vengono da fuori e poi i bimbi vengono contagiati. E’ impossibile identificare il ‘paziente zero’ se così si può definire. Abbiamo redatto delle linee guida a cui tutte le famiglie dovrebbero attenersi, con le indicazioni di come usare lo shampoo per la pediculosi, come pettinare i capelli, però forse non tutti i genitori seguono il protocollo e la pediculosi continua a proliferare. Dipende dalla sensibilità e cura di ciascuna famiglia. Personalmente mi sono adoperato affinché l’Asp intervenga. Nei prossimi giorni un medico, il dottor Caruso, verrà a scuola a visitare i bambini e terrà un incontro con i genitori per illustrare loro quali accortezze dovranno usare per debellare i pidocchi“. Di seguito riportiamo alcune utili istruzioni contenute in un vademecum redatto dal dermatologo milanese Marcello Monti.
COME RICONOSCERE ED EVITARE LA DIFFUSIONE DEI PIDOCCHI
1. Il pidocchio è un parassita obbligato: non sopravvive a lungo se non su un essere umano.
La specie che infesta i capelli dei bambini (e degli adulti) non è nemmeno in grado di sopravvivere su animali: ha bisogno dell’uomo, del cui sangue si nutre pungendo il cuoio capelluto.
2. Il prurito provocato dai pidocchi non è dovuto, come veicola la credenza popolare, alla sporcizia, bensì proprio alle punture dell’insetto.
Bisogna sfatare il mito che i pidocchi infestino le persone con scarsa igiene personale. Anzi, più i capelli sono puliti più è facile che i pidocchi riescano ad ‘attecchire’ e a depositare le proprie uova alla radice degli stessi.
3. Il ciclo vitale del pidocchio avviene attraverso tre stadi e dura circa un mese.
Si parte dall’uovo (detto anche lendine) che schiudendosi dà origine alle ninfe, forme immature del parassita adulto. La ninfa è molto piccola e rossastra, mentre il pidocchio adulto è scuro e lungo 2-4 mm. Il pidocchio adulto depone le uova che a loro svolta si schiudono dopo 8-10 giorni riproducendo il ciclo.
4. I pidocchi del capo non trasmettono malattie infettive.
Certamente, se sono numerosi, possono indurre lesioni da grattamento che a loro volta possono infettarsi. In alcuni casi possono comparire anche reazioni allergiche.
5. Il parassita sopravvive circa un mese sul capo di una persona ma non più di 48 ore sugli oggetti e nell’ambiente.
Le uova possono sopravvivere più a lungo lontano dallo scalpo ma non sono in grado di maturare e schiudersi se non sono mantenute a temperatura simile a quella della cute umana. Ciò significa che molto difficilmente il parassita arriverà sulla testa di un bambino passando attraverso l’ambiente.
6. I pidocchi depongono le uova alla radice dei capelli e in particolare sulla nuca, dietro le orecchie e talvolta alla radice della frangia.
È spesso difficile vedere l’insetto adulto, a meno che l’infestazione non sia già avanzata: sono invece molto numerose le uova, che hanno un aspetto bianco traslucido o, a volte, marrone scuro e sono strettamente adese alla base del capello.
7. Le uova del pidocchio possono essere confuse con forfora.
Per comprendere la differenza basta cercare di eliminarle dal capello con una piccola scossa. La forfora cadrà mentre l’uovo di pidocchio resterà saldamente incollato al fusto.
8. Un segnale di allarme per i genitori è certamente il prurito.
Ogni volta che il bambino si gratta la testa bisogna controllare se non ci sono pidocchi.
9. Un altro sintomo che richiede un controllo accurato è la presenza di arrossamenti e graffi da grattamento nei punti più infestati.
I punti più infestati, come abbiamo visto, sono la nuca e l’attaccatura dietro le orecchie.
10. Per esaminare i capelli e scoprire l’intruso è necessaria una buona luce naturale.
E’ meglio effettuare il controllo di giorno, davanti a una finestra. A volte la luce elettrica rende le uova trasparenti, specie se ci si trova davanti a una chioma bionda (la più difficile da esaminare).
11. È bene munirsi di una lente d’ingrandimento, di un pettine a denti finissimi (acquistabile in farmacia) e di un foglio di carta bianca.
Basterà passare il pettine fra i capelli per vedere cadere sul foglio il pidocchio adulto. Non sempre però gli insetti adulti sono presenti in numero sufficiente: è quindi necessario cercare le uova con la lente d’ingrandimento e separare i capelli in quattro aree, trattenute con mollette o forcine, procedendo poi a un esame sistematico ciocca per ciocca.
12. L’unica forma efficace di prevenzione è il controllo bisettimanale dei capelli dei bambini.
In caso di infestazione bisogna procedere subito con un trattamento eradicante e avvertire la classe del bambino e la direzione scolastica. In tal modo si riesce a limitare nel tempo e nello spazio la diffusione dei parassiti.
13. È bene ribadire che non c’è nessuna relazione tra pulizia personale e parassitosi da pidocchio del capo.
Esistono invece alcune caratteristiche individuali (tipo di capelli, odore della pelle) che fanno sì che alcuni bambini prendano i pidocchi più frequentemente di altri.
14. Un problema che rende difficile anche la prevenzione è quello delle resistenze ai più comuni prodotti antiparassitari.
In molti casi i bambini trattati sono in realtà ancora infestati e continuano a diffondere la parassitosi all’insaputa di genitori e insegnanti. La mancata efficacia del trattamento può anche dipendere anche da un uso scorretto dello stesso o da un tempo di posa inadeguato. È importante seguire alla lettera le indicazioni d’uso del prodotto prescelto non solo per rendere l’intervento efficace ma anche per conservarne l’efficacia in caso di ulteriori infestazioni.
15. Tutti i bambini con pidocchi del capo devono essere trattati, così come tutte le persone conviventi e i compagni con cui hanno avuto contatti stretti.
Secondo le linee guida del National Health Service britannico, è utile anche fare un trattamento profilattico a chiunque condivida il letto con una persona infestata da pidocchi, anche se non si vedono parassiti o lendini.
16. Il trattamento deve essere effettuato in contemporanea: se il bambino viene trattato subito e il resto della famiglia 24 ore dopo, tutto il processo può risultare inefficace.
In generale si consiglia sempre un secondo trattamento a distanza di una settimana perché nessun prodotto è certificato ovocida al 100 per cento, cioè è possibile che qualche uovo sopravviva e generi pidocchi vitali.
17. Se le uova presenti sul capo sono poche e la pazienza tanta, è possibile evitare il trattamento insetticida tagliando alla base con una forbicina i singoli capelli sui quali si riscontra la presenza di un uovo.
I capelli tagliati vanno accuratamente raccolti in un sacchetto che va poi chiuso ed eliminato. Per facilitare l’eliminazione delle uova dopo il trattamento con insetticida è utile fare un risciacquo con acqua e aceto: quest’ultimo scioglie le sostanze collose che il pidocchio produce per ancorare la lendine al capello.
18. Non basta trattare la persona: bisogna eliminare eventuali uova da indumenti e arredi venuti a contatto con la testa nelle 48 ore precedenti la scoperta dei pidocchi.
È bene raccogliere cappelli, sciarpe, golf, federe, lenzuola, coperte, copridivani e asciugamani e lavarli in lavatrice a 60 °C. Le uova di pidocchio vengono infatti uccise da un’esposizione al temperature superiori ai 55 °C per cinque minuti.
COME DEBELLARE I PIDOCCHI
- Prima di applicare i trattamenti, è bene togliere vestiti che potrebbero macchiarsi. Molte delle sostanze utilizzate sono infatti difficili da eliminare dall’abbigliamento.
- Applicate il prodotto seguendo rigorosamente le istruzioni scritte nella confezione. Se la persona ha capelli molto lunghi, una sola confezione potrebbe non essere sufficiente. Fate particolare attenzione al tempo di posa e alle modalità di risciacquo.
- Dopo il trattamento è opportuno indossare vestiti puliti.
- Se vedete pidocchi ancora vivi ma che si muovono con difficoltà a 8-12 ore dal trattamento, non è necessario fare un secondo trattamento: alcuni insetticidi uccidono il parassita piuttosto lentamente.
- Se dopo 8-12 ore i pidocchi si muovono con la stessa velocità di prima, significa che il prodotto non ha fatto effetto. Bisogna rifare il trattamento con una sostanza diversa.
- Dopo il trattamento, è indispensabile eliminare meccanicamente le uova con l’apposito pettinino a denti stretti contenuto nelle confezioni di prodotto o acquistabile a parte. Un pettine normale non basta, poiché i denti sono troppo distanti per strappare la lendine dal capello.
- Ogni giorno per circa una settimana dopo il trattamento è necessario procedere a un controllo di tutta la capigliatura e all’eliminazione di eventuali uova residue con il pettinino. Le uova rimaste sul pettinino vanno raccolte con un fazzoletto di carta da buttare accuratamente nella pattumiera. Lo stesso procedimento va portato avanti anche dopo il secondo trattamento, da effettuare circa una settimana dopo il primo.
- È assolutamente controindicato mescolare prodotti diversi nello stesso trattamento.
- Il costo piuttosto elevato dei prodotti contro i pidocchi è un forte deterrente al loro corretto uso. Ogni confezione di gel o mousse, in genere sufficiente a uno/due trattamenti, costa dai 10 ai 18 euro. Trattare l’intera famiglia può costare fino a 100 euro se si acquista anche lo shampoo post trattamento adatto al prodotto scelto (e fino a 200 se si considera che è necessario ripetere la cura una seconda volta).
- I costi elevati indirizzano spesso il consumatore verso gli shampi, che permettono di trattare più persone con una sola confezione ma che sono meno efficaci delle altre formulazioni. Purtroppo i prodotti antipidocchio non sono considerati farmaci ma presidi medico-chirurgici e quindi non sono rimborsabili dal Sistema sanitario nazionale.
COME RIMUOVERE LE LENDINI, LE UOVA DEI PIDOCCHI
- Procurarsi un pettine a denti fitti
- Dividere i capelli bagnati in piccole ciocche
- Passare il pettine sulla ciocca dalla base del capello fino alla punta con un unico gesto continuo
- Eseguire lo stesso movimento in senso contrario, dalle punte dei capelli verso la base per eliminare eventuali uova residue
- Pulire il pettine con un fazzolettino di carta ogni volta che si ripete il gesto
- Asciugare i capelli con il phon caldo, perché il parassita è sensibile al calore.
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